Tessera

 

A cena con Che Guevara

 

Io sto bene con gli ultimi. E siccome nemmeno questa volta vinceranno, dico basta. Per sempre!

 

 

Niente paura Sig. Direttore Piero Sabato, niente paura amici che ancora avete le palle per leggermi. Niente paura donne e uomini che per motivi misteriosi aprono ancora La Zanzara... niente paura Mamma e Papà.. (qui rischio zero purtroppo)....Niente paura !!! Questo non è un cartello elettorale, non è un invito al voto con scheda votata. Niente che vada contro in alcun modo alle minime regole del quieto vivere, del salotto da bar dove la politica non è prevista. Quindi tranquilli, volevo solo invitarvi ad un funerale. Lunedi mattina, 5 marzo 2018, alle ore 8,00 presso il comune di Castel Maggiore, provincia di Bologna, regione Emilia Romagna, territorio Italiano, Europa ....(purtroppo), consegnerò la mia tessera elettorale. Quel cartoncino che poche ore prima mi avrà consentito di esprimere il mio parere elettorale. Nel caso in cui (probabile) il Comune mi mandi a fare in culo brucierò la suddetta tessera davanti al Comune, mi farò un selfie (adesso posso farlo.. sono anch'io un idiota tecnologico.. figlio di WhatsApp) , girerò le spalle a tutto e sparirò dai radar.
E' arrivato il giorno finalmente. Un amico caro, scappato verso lidi piemontesi, da anni mi invitava a smetterla di farmi prendere per il naso. Io, gnucco da far schifo, invece sempre, lì. Da 43 anni fosse l'elezione più importante del mondo, fosse un referendum sul numero di pugnette consentite al giorno ... sempre lì. Mai saltato una volta. Ricordo più della mia prima comunione il primo voto nella primavera del 1976, ero sceso in campo (urca.. sta frase no, scusate) già da anni nell'impegno politico. Custodito e fatto crescere a pane, melone, calcio e politica, in una famiglia con remember fascista, ne avevo preso alcuni dettami e mi ero fatto cogliere impreparato. Non tanto dalla ideologia, che ho capito solo molto dopo, quanto dal forte e violento periodo di scontro con l'altra sponda. In un paese dove chi votava Movimento Sociale veniva appeso per i piedi (cartelli in piazza col nome .. davvero), io mi feci pure trovare con centinaia di volantini e gadget inneggianti a Giorgio Almirante in casa. Le lacrime di mia mamma (democristiana di nascosto, solo perchè lo voleva il prete) mi fecero male. Cercai altri rifugi, ne avrei cambiati una decina di "capanne elettorali", senza orientamenti, sempre lottando dentro, mai felice, sempre sconfitto. Scesi in piazza per il referendun sul divorzio, sull'aborto, sulla scala mobile anni dopo. Non c'era nulla che non mi interessasse. Perfino le trivelle in mare di pochi anni fa. Io, sempre lì.
Non ho mai avuto una linea precisa, se non quella fumosa e teorica di salvare il mondo, di equilibrare i poveri con i ricchi, di fare giustizia di tutto e di tutti. Riuscivo a passare da una serata pericolosa, ancora minorenne, con Giorgio Almirante, ad un'altra meravigliosa con Marco Pannella a raccoglier firme e soldi per "Nessuno tocchi Caino". Pensate un pò in pochi anni dai forcaioli violenti a chi è contro la pena di morte. E mi sa che anche li ho sbagliato. Boh.....Chi mi ha visto votare a destra, a sinistra ed a tutto quello che ci sta in mezzo mi apostrofa come un superficiale. Un mai goduto. Forse ha ragione, ma sappia che ogni volta che facevo manovra pe cambiare parcheggio, non ci dormivo, leggevo, lottavo, discutevo. Mi arrabbiavo. Una vitaccia, credetemi. Ed almeno per questo, un pò vado rispettato.
Poi finita la giovinezza (in tutti i sensi), finite le lotte di piazza, paurosissimo degli scontri, il mondo del avoro ha provato a rovinarmi anche il voto politico. Ricerca di quei luridi mediatori che spiegavano che ci vuole prudenza, che spiegavano il Pil, i dati statistici. Che mi raccontavano che se vince qualcuno che non piace ai mercati...sono cazzi. Ed io a bermi tutte queste balle. La mia mezza età l'ho rovinata con i miei errori di vita, lavoro ed amori. Ma l'ho anche rovinata seguendo orde di politici tecnici, forse tecnici, sicuramente siduci e sporchi di merda, ma ben vestiti che mi hanno spiegato come vivere meglio e salvare il mio patrimonio. Il mio stato sociale. Gli ho creduto e non faccio nomi, ma il ventennio da metà anni ottanta ad inizio nuovo secolo sono gli unici di cui elettoralmente mi pento. E vergogno amaramente !!!
Poi ho sbandato nella vita, ho iniziato ad odiare i ricchi, a vederli come nemici. Non male per uno che faceva il consulente finanziario. Dentro progetti di società sempre più lontani da quello che accadeva. Riuscivo perfino a non piangere troppo per i morti delle Torri Gemelle. Il mio tempo scorreva e mi sentivo sempre più inutile, schiavo senza catene ma con il bisogno di una rivoluzione che non avrei mai avuto. Soprattutto non avrei mai saputo fare. Cominciai a sognare un azzeramento dei beni, dei debiti e di tutti i patrimoni nelle loro espressioni peggiori di tutti i popoli di questo mondo. Iniziò un degrado pieno di astio ed a volte penso che anche quello che mi è successo nella precedente vita professionale sia stato un involantario desiderio di trasformarsi in Robin Hood. Col disastrro di esserne stato la maggior vittima. Giustamente. Come mi disse un solerte e spiritoso P.M. in tribunale:  "Mantovani, se noi credessimo alle sue panzane dovremmo darle un cappello da Robin Hood... ". Mi piacque, ma non glielo dissi. Credo di aver fatto bene, non avrebbe gradito.
Ma anche nelle tante sconfitte politiche trovavo piacere, mi sentivo un guerrigliero che combatte sempre, e se perde, è quasi meglio. A volte mi diverto ad accoppiare le sconfitte elettorali con le sconfitte in finale di Coppa Campioni della Juve. Un gioco perverso fatto di momenti tutti uguali. E di una mente ormai al buio. E mi torna in mente l'estate del 1983... Magath..Amburgo-Juve 1-0. Una vita per dimenticare e poche settimane dopo una sconfitta elettorale con lo schieramento di allora. Unica volta in cui mi presentai di persona ad una elezione amministrativa. Massacrato io e la nostra lista. Che momenti. E tutti combattuti da solo. Mentre nello sport ho fatto sangue spesso con amici , magari cambiati con lo scorrere del tempo, in politica adoro piangere solo. Ed allora stavo già pensando una decina di anni fa che non avrei mai rigustato il piacere di una vittoria sociale condivisa, una idea vincente e profumata da "bere" con amici ed amiche nella goduria, una volta tanto, di avere fatto qualcosa di partigiano. Stavo buttando la spugna, anche se mi faceva piangere l'idea di non poter raccontare a miei nipotini (????), che anch'io, una volta, avevo fatto qualcosa, per il mio paese, per me, per chi vieve dopo. Anch'io ero salito su una collina, con il fucile, avevo aspettato il nemico. Ed avevo sparato. Lo avevo ucciso. Ormai senza speranza, capitai in Piazza a Bologna, incontrai un signore su un palco ... e ... Stop !!! Questo non c'entra è già cartello elettorale e davvero nulla conta. Ho rimandato la mia morte politica e ne sono felice. Felice perchè intanto anche nella mia vita è fiorita una smisurata voglia di stare con gli umili, di allungare una mano a chi non avresti mai detto per guadagnare mille euro al mese. Di frequentare gente spersa nei bar raccontandoci il nulla. Che forse è però il tutto. Che forse educa.

E mi sa che pure la vicenda della Spal, degli ultimi che vanno in Paradiso, è un anello di questa catena. E magari ne è pure il premio più vistoso. Ci si rassegna a perdere e ad assecondare col sorriso i calci nei maroni. Lo pensavo l'altro giorno quando un episodio di calcio che avrebbe fatto fare lo sciopero della fame...che so...a Sarri (per dire uno che si lamenta poco !!!) scorreva davanti a me e vedevo giocatori, allenatore e pubblico accettarlo senza neanche troppa rabbia. Rassegnazione col sorrriso. Perdere e vincere senza capire più la differenza. La Spal sostituisce il numero 28 Schiattarella al 35' del secondo tempo, quel demente che alza la lavagna luminosa si sbaglia ed indica il numero 29 (Lazzari). Così Schiattarella si ferma un metro dentro al campo e chiede spiegazioni al suo tecnico. Il miglior arbitro d'Italia (ahahahah) Orsato, crede sia una perdita di tempo e lo ammonisce. Nessuno dice un cazzo (nemmeno l'alzatore della lavagnetta .. bravo) e Schiattarella, fondamentale, diffidato, salterà Spal - Bologna. Grave? No, davvero. So che non parlo di Messsi. Ma nella vita quello che capita agli ultimi non interessa. Fosse capitato a Juve, Inter, Milan, Napoli, Roma... interpellanza parlamentare. Anche questo l'ho capito tardissimo.

Ecco. Io sto bene con gli ultimi. Mi sento a casa. La volpe e l'uva? Può darsi. Ma da buon ultimo, battuto per sempre, so che neanche stavolta la mia idea di società vincerà in cabina. Allora basta e basta per sempre. Non vi mancherò, non mi mancherete. Brucierò la tessera, felicissimo. Non mi avrete più come complice. E lunedi sera ho già prenotato. Sono fuori a cena con lui, con quello che ha scelto una foresta lontana da casa per combattere per gli ultimi contro chi vince sempre. E lasciarci le penne. Sono fuori con Che Guevara. Voi intanto andate pure a cena con Silvio.. Matteo.. l'altro Matteo ..Giorgia.. Pietro... E non vi dico nemmeno di scegliervi un ristorante diverso dal nostro. Perchè noi mangiamo con le mani e beviamo a collo il lambrusco. E magari ci scappa un rutto.Siamo dei trogloditi, lo sanno tutti. Non credo proprio che ci incontreremo lì. Lì certe prenotazioni non le prendono.
Ci vediamo lunedi 5 marzo. "Per il falò".

LA ZANZARA

 

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