Mogli calciatori

 

Le donne con la coda

 

Provare schifo per il ruolo assunto dalle donne nel mondo del calcio 2.0

 

 

Nell'estate del 1970 la Juve riporta a casa un giovane calciatore di bellissime speranze che aveva ben fatto, in serie B nelle fila del Varese. Di origini torinesi, cresciuto nel vivaio, bell'aspetto, più signore dell'età che porta (appena ventenne). Fisico asciutto, stacco di testa imponente, opportunista, elegante. Sarebbe diventato un gigantesco calciatore per una quindicina d'anni, vincendo quasi tutto con la Juve (escluso ovviamente la Coppa Campioni, persa ad Atene nella sua ultima partita in bianconero per quel mai dimenticato siluro di Magath). Sfiorando il Mundial spagnolo anno 1982, che un malandrino infortunio gli portò via, dando carta ed gloria ad Altobelli e Graziani. Con Paolo Rossi una coppia da favola. E' stato il calciatore italiano che ho più amato nella mia vita ed i dati che vi ho dato sono nella mia memoria, non in internet. La sua figurina, le sue foto, un suo autografo rubato sul pullman a Ferrara dopo uno Spal-Juve 0-5... tutta roba con me per sempre.
Lui (l'avranno capito quelli che hanno da 40 anni in su) è Roberto Bettega. Un bel chi se ne frega ci sta da chi mi legge senza accettar sermoni o favole ammuffite. Invece è la porta di accesso all'argomento di oggi. Bettega arriva dunque nella Juve dell'epoca in piena rivoluzione e ricostruzione. Una covata di giovani voluta da Allodi e gestita da Boniperti. L'avvocato sopra la collina a guardare. Usanza dell'epoca in casa-Juve era firmare contratti in bianco, non si discuteva. La generosità era legata ai risultati ed al comportamento. Quello che diceva lo staff era la Bibbia. Punto!! Così quando Roberto si presenta dopo il felice viaggio a Varese trova Boniperti che gli fa firmare il contratto senza che nemmeno sia letto dall'attaccante juventino ed a sorpresa gli sussurra: "Mi risulta che lei sia fidanzato. Ecco sarebbe bene, anzi sarebbe meglio, anzi siamo sicuri che sarà così....che lei entro breve si sposerà con questa signorina. Sa lei deve concentrarsi sul calcio, contiamo moltissimo su di lei e non vogliamo che altre cose la disturbino". Pochi mesi dopo Roberta Bettega neanche ventunenne si sposa con la sua fidanzatina. E vissero felici e contenti. O comunque vissero.

Questa parabola mi è scivolata addosso l'altra mattina mentre al bar aspettavo l'ora dell'unica cosa al mondo che mi fa vomitare: l'inizio del mio lavoro.Leggevo uno stralcio di un ex-giornale, lo Stadio ed imparo perchè la più grande promessa del calcio è in crisi . Paolo Dybala non rende un cazzo perchè alcuni mesi fa la sua fidanzata se ne è andata da Torino per chissà dove e forse per un sospettone. Ovviamente bellissima (ah, dimenticavo, la moglie di Bettega era una donna normale, che sciocco a non sposare una super-figa), ovviamente modella, ovviamente giovanissima ed ovviamente giorno e notte sui social. Tanto per farlo ingelosire con frasi.. posizioni ... nudità... presagio di sappiamo bene cosa. Il buon Dybala, eletto dai giornaloni idioti erede di Messi, si sgonfia, sogna, anzi incuba, la fidanzata uccel di bosco e non prende più neanche in una porta vuota. Poi.. ecco.. attenzione Antonella (mi pare si chiami così) torna a casa, si rivedono, fanno la pace. Vivaaaaaaaa. Baci, bacini, bacetti. Tutto naturalmente su Facebook o Istagram o come cazzo si chiama. La magica Anto faccia maliziosa, lui faccia da pesce lesso.. ancora insieme e Dybala pronto a ripartire. Vedremo per dove. Intanto fatemi vomitare in un angolo. E provare schifo per il ruolo assunto dalle donne nel mondo del calcio 2.0. E sperare che il mio prossimo idolo sia uno scapolone alla Gigi Riva o un uomo stupefacente alla Gigi Meroni, che tenne l'amata Cristina in un angolo della vita tutto per sè e non per i coglioni della stampa. Classe e talento dentro e fuori dal campo. 

Ma non sarebbe ancora la fine del mondo se non venissimo fuori da una delle vicende più terribili della storia del mondo pallonaro. L'Inter acquista con un tempismo raro l'attaccante Icardi dalla Sampdoria. Veramente un colpo da maestri come di solito non sono i capataz nerazzurri. Pensano però di comprare solo lui, quello che fa i gol. Invece no, si comprano anche l'amante, che poi diventa una moglie. Lasciando stare che era la moglie del suo miglior amico (ma questa è la consuetudine più vecchia al mondo), parte un pippone che non finisce più . Prima irridere il cornuto precedente (attento Icardi, certi vizi non si perdono) poi mettere sui social le prestazioni sessuali... poi tutto il losco e antisociale possibile. Roba che ad un certo punto si pensava gli prendessero anche i figli per metterli in una comunità. Inceve Wanda Nara, pare si chiami così, diventa protagonista più del marito che segna gol come se piovesse. Fa tutto lei, contratti con l'Inter, contratti pubblicitari, rinnovi, inventa richieste da chissà dove, firma un contratto poi dopo pochi mesi batte cassa... e l'Inter per non perdere Icardi si mette alla pecora e fa figure di merda a raffica. Lei, sempre ben vestita, anzi poco vestita, diventa la manager più cercata d'Italia. Quando parla di calcio viene il latte alle ginocchia e verrebbe voglia di darsi al carling... dobbiamo sopportare tutto. Anche Wanda Nara. 

Intanto nell'estate del 2017 arriva a Ferrara un calciatore attempato, che comunque gol ne fa ancora. La Spal investe i pochi soldini in cassa per Marco Borriello. Sembra una buona idea. Sembra. L'uomo, invece, forse non ne ha più. Pare ingrassato, non entra nel cuore biancazzurro oltre che negli schemi di Mister Semplici (che a dir il vero poco esistono). Può capitare, la curva Ovest è tollerantissima, difende sempre i propri beniamini. Davvero. Anche quando non ne prendono una. Ad una condizione: sputare sangue. Invece il "nostro" cammina, si becca coi compagni, è svogliato e quando viene finalmente mandato sotto la doccia non trova di meglio che applaudire offensivamente il pubblico. E' finita. Lui non lo sa ma è finita. Succede. Ma la parabola non sarebbe in linea col tema se, dopo qualche ora, non si presentasse a singolar tenzone la più illustre delle dame che si sono coricate con Borriello: Belen Rodriguez. Si si.. lei, il nostro sogno erotico più ricorrente, quella che tutti vorremmo per un notte. La regina delle donne con la coda. Lei, che nella selva di fidanzatine (!!!) del Marco si alza in piedi e simpaticamente: "Il pubblico di Ferrara non ti merita e non ti ha capito. Mi alzo in piedi io, ma non per fischiarti, ma applaudirti". Hai capito Belen, che forse sta scambiando il calcio per il motociclismo ed il pallone per il carburatore di Andrea Iannone (credo abbia già lasciato anche lui, dettaglio). Insomma anche Belen pianta il suo nasone nel calcio ed ha consigli. Anche Belen può discutere di schemi e posizioni. E può anche essere che sulle posizione capisca più di Mourinho.
Insomma , piaccia o no, non cè più tregua. Anche nel mondo respingente del football sono entrate le femmine. Una valanga di donne con la coda ormai infermabili. Accendi e compare la D'Amico, riaccendi e compaiono le conduttrici di Premium, Domenica sportiva o chissà cosa ancora. Tutte a dissertare di cose che non conoscono. Tutte ad invadere in modo insopportabile e con una boria insopportabile. Si, su questo settore (ma non solo purtroppo) sono molto sessista. Ma lasciateci in pace un pò, lasciateci morire con un pallone sgonfio e non rompeteci i coglioni con ste infinite storie di amanti, di figli, di tradimenti, di contratti al femminile. Di poveri calciatori idioti che sembrano non vivere se non mandano la moglie su facebook. Basta. Pietà. Manca solo di scoprire che sotto quelle grossolane spoglie, anche Mino Raiola sia una donna. Speriamo, sarebbe anche l'unico modo per capire che cazzo vuole e perchè ha rimbecillito anche un bambino che tutto deve al MIlan e gioica invece a Monopoli.

PS: se ne è andato Everardo Dalla Noce. Voce inconfondibile ed educata dallo stadio di Ferrara e da mille altri luoghi. Voce di un'epoca inconfondibile ed educata. Dove non c'era traccia di Belen e Wanda Nara. Mi piace immaginarlo con Enrico Ameri e Sandro Ciotti passarsi la linea come allora. Ed a ridere di noi.

 

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