pallone

 

Il calcio si è sfasciato!

 

Le continue discussioni dei mesi precedenti, circa la possibile ripresa del campionato di calcio, erano state una pericolosa avvisaglia di quello che sarebbe successo

 

Vi ricordate? Alcuni presidenti erano contrari alla ripresa, altri spingevano per farlo ma non riuscivano a trovare una linea comune per le modalità con cui portare a termine la stagione. Caos sui diritti televisivi, polemiche sollevate dall’associazione calciatori sulla questione dei tagli degli stipendi, tentativo di alcuni di bloccare le retrocessioni con conseguente proposta di allargare il numero delle squadre partecipanti ai vari campionati (con quali conseguenze non era ancora possibile capire considerando che nel 2021 sono anche previsti gli Europei). Insomma, ognuno a tirare l’acqua al proprio cazzo di mulino, fregandosene altamente di trovare una unità di intenti che tanto sarebbe servita in questa circostanza. Ieri, durante il consiglio federale , è arrivato il colpo di grazia: come scrive la Gazzetta di oggi, la Federazione ha letteralmente umiliato la Lega di Serie A, stabilendo i criteri della ripresa e quelli che sono stati chiamati il piano B ed il piano C.
Umiliato perché Gravina e la maggioranza del consiglio hanno deciso di non tenere minimamente in considerazione le richieste dei presidenti di serie A, in particolare quelle che riguardavano la disputa dei play off e dei play out e, soprattutto, il mancato blocco delle retrocessioni in caso di interruzione.
La Federazione, al contrario, ritiene che bisogna privilegiare il risultato sportivo, e che i campionati, per quanto possibile, si debba provare a portarli al termine. In caso contrario, se anche play off e play out “brevi” non fossero disputabili, la graduatoria sarà stabilità dal famoso “algoritmo” che emetterà tutte le sentenze della stagione ad eccezione dello scudetto (che non sarebbe assegnato, come del resto è successo per le donne).
Ne deriva che la Lega ne è uscita con le ossa rotte, ed i presidenti scornati come non mai.
Personalmente ritengo che le decisioni partorite dal consiglio federale siano quelle giuste, e non mi dispiace affatto che l’arroganza dei presidenti delle squadre di A abbia subìto un duro colpo. Ma al di là di come là si pensi, c’è da prendere atto che per come stanno le cose il sistema del calcio italiano non va.
Non si può pensare, per esempio, che chi organizza il campionato (la Lega) e porta a casa la quasi totalità dei soldi derivanti dalle competizioni, si trovi a pesare così poco nelle scelte che riguardano il mondo del pallone.
Un problema che avevamo già manifestato quando ci furono le elezioni per la presidenza della Federazione, dove il peso del voto delle società di serie A è terribilmente basso. Ma poiché in Italia è molto complicato mettere mano a delle riforme strutturali su tutto ciò che è pubblico, non ci sarebbe affatto da stupirsi se la prossima mossa della Lega di serie A fosse quella di puntare ad una sorta di autonomia sul modello della Premier inglese.
Certo, se i tempi sono come quelli che ci mettono a creare un canale televisivo autonomo per la trasmissione delle gare di campionato (come “minacciato” da anni ogni qual volta c’è da fare l’asta per l’assegnazione dei diritti) stiamo freschi, ci metteranno degli anni, anzi forse non lo faranno mai!

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