dirigenza

 

Colpevole ritardo

 

I mancati (per ora) rinnovi dei dirigenti, il cambio societario, le tensioni nel club: tutto sta rallentando e forse compromettendo la costruzione della squadra che dovrà difendere lo scudetto

 

 

Dopo lo scudetto conquistato a Reggio Emilia, nessuno, nemmeno nei peggiori incubi, avrebbe pensato che a pochissimi giorni dal ritiro della stagione successiva la situazione sarebbe stata quella attuale. 

Una situazione caotica e confusionaria, che lascia trasparire poca serenità e poca compattezza societaria, con lotte di potere tra dirigenti più o meno latenti. 

La storia è ormai arci-nota, e a 1 giorno dalla scadenza e 5 dal raduno la dirigenza sportiva in scadenza non è ancora stata confermata per la prossima stagione. Volontà di ingaggi maggiori, più potere nelle scelte in società e budget rialzato per la squadra. Queste le pretese di Maldini, già più o meno velatamente espresse anche in pubblica piazza sulla Gazzetta nella celebra intervista. Pretese che hanno creato subbuglio nella vecchia e nella nuova prorpeità, che probabilmente soprattutto su due temi su tre avevano altre idee. Il tema è quello del passaggio delle scelte sportive sempre sotto la lente dell'AD e della proprietà, passaggio che Maldini vorrebbe in molti modi superare e archiviare.

Nel mezzo la posizione scomoda di Gazidis, il cui contratto è in scadenza a novembre ma il cui lavoro è ottimo e apprezzatissimo (solo oggi l'annuncio del rinnovo raddoppiato di Puma come main sponsor tecnico). 

E poi la questione budget, sulla cui incertezza sono state sacrificate le operazioni già imbastite e definite legate a Botman e Sanches, che Maldini e Massara pensavano già di avere in pugno, tanto probabilmente da farsi trovare impreparati su ipotetici piani B che ad oggi sembrano latitare. 

La sensazione è che Maldini volesse chiudere in fretta sui riscatti e sulle due operazioni sopracitate, per concentrarsi poi con calma alla scelta della pedina cardine della stagione, ossia il trequartista o fantasista di destra.

L'attesa e il cambio di piani sono costati due giocatori e ora tutto è da rifare da zero, con la conseguenza che lunedi per il nuovo raduno, tra giocatori non più in rosa (Kessiè e Romagnoli) e nazionali, Pioli avrà a disposizione un gruppo sparuto, infarcito anche di esuberi come Castillejo, Ballo Tourè, Bakayoko, Lazetic. Gli unici nuovi volti saranno Pobega, che tanto nuovo non è, e Adli, in attesa di Origi. 

Insomma, non il modo migliore per preparare la stagione della difesa dello scudetto. C'è tutto il tempo per fare di più e meglio, ma la rotta va cambiata presto. 

 

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