origine

 

L'origine di tutto

 

Si nota, attorno al Milan, una certa qual confusione; ma da dove ebbe origine, quando iniziò? C'è un colpevole?

 

Il tifoso del Milan, in questo periodo, è come quello studente che è stato promosso a pieni voti e si aspetta un riconoscimento dai genitori, i quali gli regalano un paio di calze.

E' un bel casino, insomma; pensavamo che, con la vittoria dello scudo, la strada andasse in discesa, invece siamo sul Pordoi col triciclo.

Uno scompiglio nato, volenti o nolenti, dall'intervista rilasciata da Paolo Maldini alla Gazzetta.

Lo dico chiaramente, senza usare giri di parole: è stata una grandissima stronzata che Paolo poteva evitare ed evitarci.

Con le sue parole ha fatto cadere la prima tessera del domino, e tutto, di conseguenza, è stato travolto.

Per come la vedo io, se la proprietà indica la strada, i suoi dipendenti e collaboratori hanno due scelte: o rispettare quelle indicazioni o andarsene.

Che un collaboratore, un dipendente si dica contrario ad una certa politica aziendale ci sta, ma non esiste che costui dica: 'State sbagliando, adesso facciamo come dico io'.

L'uscita di Paolo è stata improvvida, priva di alcun tatto e rispetto per chiunque graviti attorno al mondo Milan; i tifosi, comprensibilmente, stravedono per lui e Paolo è forte di questo sostegno senza se e senza ma e calca la mano.

Dice che lo fa per il bene del Milan? Può darsi, non metto in dubbio le sue parole, ma 'est modus in rebus', c'è una misura nelle cose. E Paolo sa benissimo come il Milan sia sempre al centro del mirino della stampa e non c'era proprio bisogno di rendere pubbliche certe prese di posizione; ora siamo in balia di giornalisti, youtuber, porchettari e peracottari che non vedono l'ora di darci addosso.

Attenzione: non sto discutendo la bontà, la fondatezza dei concetti espressi dal nostro DT, ma della forma, dei modi, dei tempi, tanto più che Maldini sapeva e sa perfettamente come Elliott la pensi riguardo agli strilloni, ai pettegoli, ai sensazionalismi. In più, c'era in ballo una cessione del Club: era ovvio che i tempi per certe trattative coi giocatori si allungassero e che qualche intoppo sorgesse. E' normale.

In società si possono ragionevolmente delineare due schieramenti contrapposti: da una parte, Elliott e Gazidis; dall'altra, Maldini con Massara. Moncada e Cardinale, chi per una ragione, chi per l'altra, restano defilati, a quanto pare.

Fino al closing, infatti, è Elliott che governa la barca; Cardinale non ha, al momento, modo di sedersi al timone. Questo è.

Paolo, lo conosciamo, è un personaggio un po' scomodo, spigoloso, egotico, egomaniaco; e lui può, perché è Paolo Maldini, ne ha quasi il diritto. Ma, di mezzo, c'è l'AC Milan e con questo dovrebbe fare i conti, soprattutto sapendo come siamo visti e trattati dai media.

Non voglio affermare che il suo sia stato un errore 'imperdonabile', ma sicuramente grave, pesante, persino incomprensibile.

E' da questi aspetti che riconosci un dirigente scafato, esperto da un novellino (non Walter); 'il doit grandir', dicono i francesi, 'deve crescere'. Esattamente come il Milan tutto.

Sbagliando s'impara.

Martedì, in una intervista su C&F, De Siervo, AD della Lega Serie A, ha affermato che il calcio, per colpa della pirateria, ha perso un miliardo in 4 anni ed è a causa di ciò che il calcio, in Italia, è in sofferenza.

Confermo: un miliardo in 4 anni è una cifra enorme, pazzesca. Ma se il calcio nostrano è da 'Serie B', come ammesso da Scaroni, non è (solo) per la pirateria, ma per un modo di gestire il settore da politicanti incapaci, asserviti alle ideologie, ai malumori, alle invidie e, consentitemi, al malaffare.

Assistiamo ogni santo giorno alle diatribe tra pubblico e privato per lo stadio di Milano, dove la politica frena la voglia e la necessità del privato di rinnovare, di evolversi, di crescere. A Roma quasi lo stesso.

Qui a Brescia sono 20 anni che si parla di stadio nuovo; ad ogni elezione del sindaco viene rispolverata l'annosa questione per poi finire abilmente nel dimenticatoio.

E non è un bel messaggio vedere il presidente della FIGC sedersi in tribuna accanto all'AD di un Club per seguire un match di questo Club, un Club, tra l'altro, estremamente chiacchierato per gli aiuti ricevuti negli ultimi anni, con una esposizione debitoria da fallimento conclamato, con una proprietà in fuga, o quasi.

Come non è edificante che una squadra vinca 9 scudetti consecutivi mestando nel torbido di plusvalenze fittizie con la compiacenza e complicità di altri Club sottomessi.

Altresì, non è accettabile vedere partite con uno o due minuti di differita e che l'emittente dia la colpa ai clienti stessi e, se non fosse sufficiente, quasi raddoppia il canone. DAZN è un disastro su tutta la linea; la raccolta pubblicitaria manco raggiunge il minimo garantito, han perso il 30% degli spettatori e TIM chiede uno sconto di 100mln per ciascuno dei tre anni di contratto.

Questi vivono sulla Luna; la pirateria è senza dubbio un male da estirpare ma sarebbe come non portare fuori il cane quando piove perché altrimenti 'puzza' e prendersela con lui se poi te la fa sul tappeto.

Forza Milan, sempre e per sempre.

 

 

 

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