ceferin

 

Questo calcio sta per saltare in aria!

 

Se un Depay o un Wijnaldum (e non solo) vengono pagati queste cifre allora il sistema non può piu reggere a lungo.

 

Avendo ammesso la mia avversione al carrozzone del calciomercato, fatto di giornate di non-notizie, ultime ore, insiders, rumors e quant’altro, mi dedico dove posso solo al calcio giocato, aiutato dagli europei iniziati da qualche giorno. Certo, il dramma vissuto in diretta di Eriksen per molte ore mi ha tolto la voglia di pensare a qualsiasi cosa, essendo passato tutto in secondo piano a causa di quelle immagini schok che sono entrate dritte nelle nostre case. La prima cosa che pensi, in questi casi, è che se capita una cosa del genere a gente iper-controllata ed allenata come un calciatore professionista, figuriamoci se non può capitare a noi nella vita di tutti i giorni. Noi che non abbiamo neanche la fortuna, nella stragrande maggioranza dei casi, di avere due o tre medici pronti a quaranta metri di distanza, un defibrillatore ed una ambulanza.

L’unica cosa che possiamo augurarci è avere vicino un angelo custode, un Simon Kjaer della situazione, uno col sangue freddo che sa cosa si deve fare in quel momento, e che nello stesso tempo abbia la lucidità di proteggere il tuo dramma e di consolare chi si sta disperando per te. Un vero eroe insomma, un uomo vero. Naturalmente l’istinto ed il pathos di quelle ore ha spinto un po’ tutti ad essere sollevati per il lieto fine ed a celebrare il buon Kjaer, e non poteva mancare certo la campagna lanciata via social che chiede a viva voce che il capitano danese venga nominato capitano anche del nostro Milan. Io francamente non so se sia la cosa giusta da fare e se tutto quanto successo giustifichi una decisone del genere, ma so per certo che le immense qualità caratteriali ed umane di Simon erano già emerse durante la stagione e mezza in cui ha vestito la nostra maglia, e so per certo che sono orgoglioso di avere in squadra un giocatore e, soprattutto, un uomo come lui. Qualsiasi scelta verrà fatta sarà una buona scelta, perché comunque andrebbe a riguardare un ragazzo meritevole.

Dopo qualche ora ci ributtiamo a guardare il calcio giocato, e le gare che si susseguono mi inducono delle riflessioni, che si legano anche all’argomento tanto dibattuto della Superlega. Le società, soprattutto le big, sono sul orlo del baratro, divorate da debiti mostruosi che minano pericolosamente le loro fondamenta. Al di fuori del sistema calcistico queste sarebbero società tecnicamente fallite, che dovrebbero chiudere le serrande e mandare tutti a casa, e la considerazione vale a prescindere dal COVID, perché la loro situazione era già compromessa. In queste condizioni le soluzioni non sono molte: per sopravvivere o ricorri a degli imbrogli (plusvalenze fittizie, fatturazioni gonfiate e via di questo passo), sperando di campare il più a lungo possibile in attesa che accada qualcosa (ad esempio la Superlega), oppure ti tiri su le maniche e provi a fare la cosa più sana ma impopolare, e cioè un piano industriale pluriennale ed una politica di contenimento dei costi che permetta di riportare in ordine i conti della società. Naturalmente questa è anche la più difficile da attuare, anche perché significa mettere in conto che per anni sei destinato a non vincere. E qui sta il punto. Quasi tutte le società lanciano grida di allarme sul futuro ed annunciano il possibile collasso del sistema. E naturalmente corrono ai ripari! No? Ed invece che cosa fanno? Possibile che uno dia 10 milioni netti all’anno al 30 enne Wijnaldum? E si può andare dietro e dare 8/9 milioni netti a Depay? E dei 12 milioni l’anno ad Alaba ne vogliamo parlare? Ed i 12 netti all’anno che il PSG vuole dare a Gigio che si aggiungono ai 6,5 netti che ha appena rinnovato a Navas? E poi ancora: sei con le pezze al culo, e dai 7,5 milioni di buonuscita a Conte e poi dai 5 milioni a Inzaghino che la sera prima aveva trovato l’accordo con Lotito a 2,4 milioni? Ed i 17 milioni che prenderà Mourinho tra Roma e Tottenham il prossimo anno? E i 9 ad Allegri.

E potrei proseguire ancora a lungo con l’elenco! Il problema è che la Superlega non risolverebbe il problema e sapete perché? Perché con questo andazzo le società risolverebbero il problema che hanno oggi, ma continuerebbero a spendere sempre di più e sarebbero sempre punto e a capo. E allora come si fa a tornare indietro? No amici, non c’è speranza. Il sistema calcio è in una bolla che sta per esplodere, e molte società si ritroveranno col culo per terra! Ma questo non segnerà la fine del calcio nel mondo, perché la passione della gente nel mondo farà ripartire da zero il sistema, e non è assolutamente detto che non sarà un bene per tutti. Certo, ci saranno morti e feriti sul campo di battaglia, soprattutto tra le big, ma si ripartirà, con la speranza che qualcuno abbia preso nota degli errori (o meglio dire orrori) del passato e sia in grado di non commetterli più, mandando definitivamente affanculo i Raiola o i Mendes di turno. Perché intendiamoci, il problema non sono i Ronaldo, i Messi, gli Ibrahimovic, i Neymar o gli Mbappè di turno, ma la deriva che sta prendendo il calcio a strapagare gente che una volta veniva definita la classe operaia del pallone.

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