carte

 

Bruciano i castelli di carta

 

In questa estate finalmente torrida, ci sono 2 monumenti che bruciano. Sarebbero molti di più, ma mi piace fotografare 2 momenti che cambieranno la nostra vita

 

Comincio, senza dolore dal primo, poi vi spedisco il secondo, con maggior dolore, perchè pesca nel mio cuore, nel poco di vita che rimane.
La Juventus e Maurizio Sarri. Da un mese circa la Juve è senza allenatore. Dimissionato Allegri , stabilito che mezza squadra è da rifare, confermato che la direzione della barca era tutta in mano a Marotta ed adesso il nulla, la Juve vive la stagione più grigia che io ricordi. Alla rinfusa mi viene in mente quando cadde per motivi di salute Armando Picchi ed in poche ore subentrò C. Vycpàlek. Scudetti a raffica e finale di coppa campioni (ovviamente persa). Poi cambi repentini. Poche ore e.. voilà Trapattoni... Lippi.. ancora Trapattoni fino ad Allegri in 48 ore dopo la triste e codarda fuga del finto figliol prodigo, Antonio Conte. La Juve, da sempre, che ci prendesse o no, esempio di programmazione e di gestione forte. Al tramonto dell'ottavo scudetto consecutivo i bianconeri si fanno cogliere con le mani nella marmellata. Si passa dalla minaccia di morte a nome Simone Inzaghi, a finti contatti con Pochettino e Guardiola che dallo sdraio fanno sapere che neanhe sanno se a Torino cè un aeroporto per atterrare. Infine, nel panico, trattano col Chelsea lo svincolo di Sarri. La società che un anno fa si è rovinata ipotecando 350 milioni di euro per Ronaldo detto "l'inutile", perde tempo e fa mille seghe per pagare uno svincolo di 5 milioni di sterline. Circa 2 mesi di alimenti di Veronica Lario in Silvio. Da scompisciarsi dalle risate. Se non fosse che comunque la Juve rappresenta milioni di italiani e non , che ha vinto tantissimo (non tutto.. sappiamo bene cosa no) e che purtroppo ha una proprietà robustamente targata Fiat e che sentiamo, impropriamente nostra. Insomma , la Juve è sull'orlo del baratro.Non solo tecnico (bisognosa di 2 difensori, 2 centrocampisti ed una punta minimo), ma economico. Chi parla di Guardiola (50 milioni lordi l'anno e campagna acquisti per almeno300 milioni)non sa di conto.Chi storce il naso per Sarri capisce meno di Matteo Renzi. Non è Sarri che desidera la Juve, ma la Juve che ha in Sarri il solo salvagente. Un uomo che a costo decente può far rinascere una squadra in poche ore e rivincere il campionato più scarso del continente. Il castello Juve brucia. Magari è sempre stato di carta. Ed a salvarlo può essere l'uomo che gli faceva il dito medio dal pullman. Fantastico.
Ferrara è la mia città. Ferrara è la mia vita. Amo tutto di lei e sentirne parlar male in queste ore mi ha fatto male.. Le righe che mando non sono politica, sono vita , grano, campagna, bar e ricordi. Ricordi che aiutano a capire i tanti coglioni che hanno provato a spiegare perchè a Ferrara , dopo un secolo, non vince la Bandiera Rossa, ma la Lega. Seguitemi.Ripeto, senza partito preso.
Tutti dicono che la caduta di Ferrara la Rossa è un fatto locale,un incidente di percorso. In effetti la presa leghista è anche frutto di dinamiche irriducibilmente ferraresi. Basta in fondo parlare con le migliaia di rispamiatori della Cassa di Risp. di Ferrara che hanno perso i loro risparmi per accorgersi che la rabbia è altissima. Ed ancor più camminare fra gli spacciatori nigeriani del Gad (zona stazione)per capire che il tramonto era vicino. Fragilità economica, lavoro poco o nulla,il PD vecchio e senza anima sono argomenti, ma la caduta ha un'anima che viene da lontano. Piaccia o no Ferrara è cambiata in meglio negli ultimi 30 anni. Il restauro del centro, una vivace vita culturale ed una rigenerazione urbana di livello(aggiungerei la Spal in serie A.. ma qualcuno non capirebbe) non sembravano prevedere un cambio di bandiera così traumatico. Bisogna allora scrutare la geografia del voto cittadino per capire. La Lega non sfonda nel quartiere Gad. Spopola invece nelle roccaforti operaie e nelle frazioni rurali, a margine del Comune. Borghi rossi, terre dalla mia infanzia, dove una volta il Pci braccava l'80% dei voti.L'impressione è che non sia la paura, l'immigrazione , la sicurezza e tutte le panzane raccontate, ma l'abbandono e lo spaesamento di alcune zone di quelle terre padane, che il partito comunista forte di allora ha abbandonato. Oltre a diventare la fetta di territorio più povera dell'Emilia, con il tasso di vecchiaia più elevato d'Italia. Altro che paura dei negri. Ma l'esame più giusto e più sanguinoso per chi li è nato e li, anche scappando, ogni giorno vive col cuore, è quello che ha fatto Francesco Ronchi sul Fatto Quotidiano. La liquefazione del PD in aree con una forte tradizione di partito ha contribuito a rafforzare il senso di spaesamento di intere comunità. Ferrara è storicamente il centro dell'Italia bracciantile, della Padania, quella vera e operosa,ben prima di Bossi. In queste terre non ha mai attecchito il tessuto industriale, ed anche la cultura cattolica ha avuto un ruolo marginale.Come tutti quelli della mia età ricordano (chi con gioia chi con rabbia) il Partito aveva il monopolio sulla vita sociale ed economica. Senza tessera non entravi al bar. Senza tessera non lavoravi. Pertanto la fine del Partito Comunista è stata devastante , ha creato un vuoto incolmabile ed il crollo di ogni punto di riferimento. Prima di diventare sindaco di Ferrara Alan Fabbri è stato sindaco di Bondeno.Roccaforte rossa senza uguali Nei bar , dopo l elezioni, si appendevano i nomi di che aveva votati Msi. 40 anni fa , non duemila anni fa. Ebbene la macchina del consenso di Fabbri è partita da lì, con l'organizzazione di feste paesane che riproducevaano e sostituivano le agonizzanti feste dell'Unità. Il PD disertava i luoghi della politica, quelli vere, le piazze, gli umili. La Lega si è sostituita. E non è un caso se la Lega ha trionfato nei Comuni della Bassa Padania, fino al delta del Po. E' l'abbandono politico il vero motivo del cambio di guida,le zone povere del paese, non solo il ferrarese, chiedono solidarietà, momenti di insieme e non sentirsi soli.Capitava allora nei borghi di Scortichino, Ravalle, Gavello, Burana, Vigarano... e nelle notti d'estate , in fondo, era la festa di tutti.Chi riduce tutto all'odio verso i migranti, alla rivolta di Goro , ai nigeriani del Gad rischia di non aver capito nulla.Toccherà allora rivolgerci a 2 delle figure più luminose di questa terra. Michelangelo Antonioni, superbo regista ferrarese ,individuò in queste terre un luogo di spaesamento e di perdita di riferimento. Profezia, purtroppo , azzeccatissima. Giorgio Bassani , scrittore ebreo e uomo immneso, raccontò lo splendore dei sentimenti della Ferrara sfregiata dalla guerra e dalle leggi razziali . Cominciamo da questi valori. Che non sono politici . Forse capiremo tutti che non conta la bandiera che sventola sul pennone, sul castello o in un campo di calcio. Conta chi questa bandiera la muove.
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