Montolivo

 

Bravo ragazzo, il Monto

 

Capitano sin troppo silenzioso e rispettoso, personaggio controverso, inviso a parte della tifoseria, buon giocatore senza mai un acuto, il Monto ci lascia dopo 7 anni

 

E così, Riccardo Montolivo ci lascia. Bravo ragazzo, il Monto. Molti tifosi si sono dilettati a trovargli nomignoli, alcuni odiosi, altri simpatici ('Riccardo cinto di lardo' mi aveva fatto sbarellare; non è entrato in uso ma chi lo ha coniato avrà la mia perenne gratitudine) ma, lui, l'ex capitano, se n'è andato non in punta di piedi ma con alcune dichiarazioni pepate; non sto qui a riportarle od analizzarle perché non ne ho voglia e poi, in fondo in fondo, chissenefrega, però una cosa l'ha voluta sottolineare: se ne va 'a testa alta'. Non sono dell'avviso, caro Monto: l'autoelogio delle ultime ore è cosa davvero tristissima. Ma attenzione: più penosi del tuo autoelogio sono i post dei tuoi sostenitori dell'ultimo minuto, quelli che ti salutano come 'Capitano', 'Grande uomo', 'Ottimo giocatore, non è colpa tua!' e via con stronzate sul genere carrambata. Cose pietose, deprimenti, false ma tanto in voga al giorno d'oggi. In Italia, poi, chiunque perda, lo fa 'a testa alta'. La Juve, dopo le sberle ricevute nelle finali di CL (ed anche prima delle finali, ad onor del vero) è sempre stata umiliata ma usciva 'a testa alta'. A furia di camminare 'a testa alta', non han viste le merde che calpestavano e che si trascinavano ovunque sotto le scarpe.

Torniamo però a Montolivo: milanese, classe 1985, esordì con una sconfitta in casa (Milan-Samp 0-1) nel 2012 e scese in campo l'ultima volta il 13 maggio del 2018 in Atalanta-Milan 1-1, subentrando a Biglia all'inizio della ripresa per essere poi espulso al 75'.

Bravo ragazzo, il Monto. Giravano, e girano, voci riguardo la sua attitudine allo 'spiffero', a raccontare 'cose' di spogliatoio alla stampa ed anche a qualche dirigente. Non dimentichiamo che il suo rinnovo al Milan avvenne il mattino del giorno del passaggio di quote da Fininvest ai cinesi (il 'buco nero' più nero e profondo che la gestione berlusconiana abbia creato in 30 anni di attività), poco prima della celebre 'gestione condivisa'; un rinnovo a suon di milioni, dopo che Galliani in persona, per cacciare Pirlo, affermò che ai trentenni non si rinnovava il contratto per più di una stagione. Probabilmente fu una svista quella che permise a Riccardo di bearsi di un ingaggio oltremodo elevato e pluriennale. L'estate scorsa, Gattuso gli disse chiaro e tondo che non avrebbe fatto parte del progetto e Riccardo restò a Milano ad allenarsi mentre la squadra era negli USA per la sgambata nella ICC; occasioni per andarsene ne ebbe più d'una ma le rifiutò (forse per lo stipendio non paragonabile a quello che stava incassando al Milan? Boh) e disse che si sarebbe giocato le sue carte al Milan. Con questo non immaginava che 'giocare a carte' sarebbe stato il suo passatempo durante le partite dei rossoneri.

Bravo ragazzo, il Monto. E sfortunato. Infortuni anche gravi gli hanno impedito di dimostrare il proprio reale valore, senza contare che il Milan in cui si trovò a fare il capitano era un Milan davvero inguardabile, nessun campione, allenatori azzardati (il peggiore senza dubbio fu Inzaghi, anche se mi duole dirlo), poca chiarezza in sede, tifoseria incazzata, stampa velenosa (lo è ancora ma adesso abbiamo Elliott e della stampa poco ce ne cala, in verità) ed un carisma che proprio non voleva sapere di esplodere. La bastonata che lo ha definitivamente messo al tappeto fu la fascia all'indegno Bonucci, giunto con un trilione di aspettative per poi risultare deludente sotto l'aspetto sia sportivo che umano.

Ma il Monto ha tenuto duro; pensava di farcela a recuperare nelle gerarchie rossonere ma non è successo. Anzi, è sempre più scivolato verso l'anonimato.

Bravo ragazzo, il Monto. Lento in campo ma buon mestierante là in mezzo, dove spiccava nelle doti di interdizione; non chiedetegli però di rilanciare in avanti perché non è in possesso della velocità necessaria per farlo egregiamente. Certo, qualche buon lampo ce lo ha offerto, ma da un capitano ci si attendeva di più, molto di più, anche a livello di spogliatoio, dove non emergeva, non riusciva ad emergere. E' bastato il primo... 'scappato di casa' per farlo fuori. Era allora che avrebbe dovuto levare le tende ma si intestardì e restò a fare il gregario, cosa che ha indispettito sia la dirigenza, sia la tifoseria.

Ci lascia a fine contratto, con 158 presenze, 10 reti e dopo 66 volte in cui ha vestito la maglia della Nazionale, mica poche: più di Baggio, di Meazza, di Gigi Riva, di Pippo Inzaghi, di Vieri, di Ciccio Graziani etc. e senza l'infortunio alla tibia nel 2014, avrebbe persino preso parte ai Mondiali in Brasile.

Nonostante il ruolo di capitano, è passato in rossonero come passa la pubblicità sui video di youtube, quella con la scritta 'salta annuncio', che clicchi in tempo zero per interromperla.

Bravo ragazzo, il Monto, tutto sommato.

 

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