Calcio Cinese

 

La miniera d'oro è esaurita

 

Non solo il Milan, ma anche altri club europei "cinesi" stanno subendo le restrizioni del Governo centrale sugli investimenti all'estero, smobilitando o tirando la cinghia.

 Nel 2016 e nella prima metà del 2017, la domanda che ci si poneva era: “Quale sarà il prossimo club in Europa ad essere acquistato da un gruppo cinese?”. A inizio 2018 eravamo arrivato ad un punto nel quale i club di calcio nel mondo, di proprietà o a compartecipazione cinese (includendo anche Brasile, USA e Australia) erano ben 30. Oggi però il quesito si è capovolto completamente e la giusta domanda ora è: “Quale sarà il prossimo club di proprietà cinese a vendere le sue quote”? Oltre ai casi più eclatanti di Atletico Madrid e Milan, vi è da segnalare la smobilitazione degli investimenti anche per Northampton e Hoya Lorca e lo stato di grande incertezza che vivono realtà come Slavia Praga, Sochaux e Aston Villa, oltre a Baofeng, società pechinese che detiene le quote di maggioranza di MP&Silva, società nota nel calcio italiano negli anni scorsi per la vendita dei diritti della Serie A all’estero. Che il Risiko della Cina sul calcio europeo stia giungendo alla sua conclusione?

L’inizio delle restrizioni

La scorsa estate le autorità governative cinesi hanno diramato nuove linee guida per gli investimenti esteri e il calcio (così come lo sport in generale) rientra fra i settori che sono soggetti a restrizioni (leggi qui). La morsa delle autorità si era fatta sentire anche nei mesi precedenti dato che la Lander Sports di Gao Jisheng era stata costretta a completare l’acquisizione del Southampton attraverso canali offshore, stessa cosa per il Milan (non più) di Yonghong Li. Le nuove regole hanno scatenato un vero e proprio malumore fra gli investitori cinesi nel calcio europeo, inoltre sia la Fosun di Guo Guangchang, proprietaria del Wolverhampton, che il gruppo Wanda di Wang Jianlin erano finite sotto la lente d’ingrandimento della China Bank Regulatory Commission per le continue acquisizioni all’estero in vari settori economici che hanno elevato la situazione debitoria con gli istituti bancari a cifre folli. Lo stesso vicepresidente dell’Espanyol (di proprietà della cinese Rastar Group) aveva espresso le perplessità del proprietario: “L’impegno di Chen Yansheng, il nostro presidente, è totale. L’Espanyol è parte importante delle sue aziende.Ma ci sono limitazioni legali del governo cinese sugli investimenti all’estero. E queste restrizioni non erano assolutamente previste”. Il timore delle autorità governative cinesi è che il calcio venga utilizzato dagli imprenditori per riciclare o far uscire denaro dal paese. Anche l’Inter del gruppo Suning (accusata senza troppi veli alla CCTV di riciclare soldi tramite il club nerazzurro), aveva diramato un comunicato con il quale si esponevano le difficoltà negli investimenti in uscita e valuta estera.

Chi non è più cinese

Non solo nel calcio, il 2018 della Dalian Wanda di Wang Jianlin è stato molto turbolento dato che, oltre alle sue quote nell’Atletico Madrid, è stato costretto a vendere la maggior parte dei propri assett nel settore alberghiero e dei parchi tematici. Wang Jianlin ha investito calcio locale acquistando dopo quasi un ventennio alla guida del club di Dalian (leggi qui la nostra analisi su l’Ultimo Uomo). Nel bel mezzo della guerra dei dazi, l’AC Milan è passato dalla Cina agli Stati Uniti, da Yonghong Li al fondo Elliott. Il cinese non è stato in grado di adempiere all’ultimo aumento di capitale da 32 milioni di euro e il fondo statunitense ha preso il controllo del club. Da specificare che lo avrebbe fatto comunque ad ottobre in quanto Li non sarebbe mai stato in grado di ripagare il debito da oltre 300 milioni di euro con il quale aveva completato l’acquisizione nell’aprile 2017. A causa delle restrizioni, la Guangzhou5USports, che nel giugno del 2017 aveva rilevato il 60% delle quote del Northampton Town, è stata costretta dopo nemmeno sette mese a rinunciare all’investimento e restituire tutto a Kelvin Thomas. Così in un comunicato Oliver Zheng, proprietario della 5USports: «Alcune discussioni incentrate principalmente sugli investimenti nel Regno Unito richiesti dal club sono state problematiche e i finanziamenti necessari si sono dimostrati difficili da ottenere, a causa di quelle che sono state definite come restrizioni sugli investimenti all’estero». L’ultimo club ad aver venduto completamente le sue quote è l’Hoya Lorca. La compagine spagnola era stata acquistata da Xu Genbao (il fondatore dello Shanghai Sipg) nel 2016 per ottenere la promozione in Segunda Division al termine della stagione 2016\17. Il risultato è però il preludio ad una situazione molto complicata: Xu Genbao è molto distante dagli affari del club, la situazione debitoria cresce e nel frattempo arriva un 21° posto che significa retrocessione e ritorno nella quarta division del calcio spagnolo. Il 5 agosto del 2018 Xu Genbao vende le quote del club all’uomo d’affari Roberto Torres.

Situazioni Critiche

Quella di Tony Xia e dell’Aston Villa è una situazione molto contraddittoria che ha fatto discutere in Inghilterra. Nonostante i continui ‘cinguettii’ su twitter, quella di Tony Xia è una figura molto misteriosa, emersa dal nulla, che nel 2016 ha rilevato il club di Birmingham con la sua Recoon Group. Dopo aver perso la finale playoff per la promozione in Premier League è emersa una situazione economica preoccupante con oltre 40 milione di sterline di debito. Tony Xia ha così venduto il 55% delle quote al duo americano-egiziano composto da Wes Edens e Nassef Sawiris. Lo Sochaux nel 2015 era stato uno dei primi club a passare in mano ad un gruppo cinese. La Pejout aveva venduto le quote societarie alla Ledus, ma dopo anni di controversie rimane la società proprietaria del club, ma la gestione è affidata al management del club spagnolo del Deportivo Alaves. In Repubblica Ceca lo Slavia Praga è di proprietà della Cefc Energy Group. Nei mesi scorsi però la compagnia è stata commissariata lo scorso marzo nell’ambito di una massiccia operazione anti corruzione avviata dal governo. Ora il proprietario della Cefc è la cinse Citic Group (che ne ha acquistato il debito da 450 milioni di euro), ovvero gli stessi soci di minoranza del Beijing Guoan. In Olanda invece, il presidente dell’Ado Den Haag, Wang Hui, nell’agosto dello scorso anno è stato sospeso dal consiglio di sorveglianza secondo quanto diramato dalla Camera del tribunale di Amsterdam per cattiva gestione finanziaria. Il rapporto fra la Vansen Sports e i tifosi dell’Ado è molto teso, ma Wang Hui utilizza il club per rafforzare i suoi rapporti con il calcio cinese avendo siglato importanti rapporti per attività di formazione e football camp, a Pechino con la Bayi School e nel Guangxi assieme alla federazione spagnola nel centro sportivo federale. Inoltre, da quest’anno, l’Ado Den Haag ha ingaggiato l’attaccante cinese classe 1997, Yuning Zhang.

Anche MP&Silva in crisi

Nel 2016 anche la società per la compravendita dei diritti televisivi, Mp&Silva, passa in mano alla Cina. La pechinese Baofeng in collaborazione con Everbright acquistano il 65% delle quote di Andrea Radrizzani e Riccardo Silva, ma gli affari colano presto a picco: MP&Silva nell’ottobre del 2017 perde la sua principale fonte di guadagno, la vendita dei diritti esteri della Seria A (passati all’americana IMG), inoltre, secondo quanto emerso negli ultimi mesi, non sono giunti i pagamenti per le acquisizioni della Premier League e delle competizioni Fifa.

Cosa aspettarsi nel futuro

I cinesi non sono gli sceicchi di PSG e Manchester City, i quali non si sono fatti problemi a stravolgere il volto delle due compagini rendendoli fra le più forti al mondo a suon di centinaia di milioni spesi sul mercato. Escludendo il Milan, che ha fatto mercato con i soldi di Elliott lo scorso anno, solo l’Inter di Suning e il Wolverhampton della Fosun (e di Jorge Mendes) ricevono investimenti costanti da parte delle società proprietarie al fine di incrementarne seriamente il valore sportivo e raggiungere risultati importanti (qualificazione in Champions per i nerazzurri e promozione in premier per i Wolves). Ma anche per Suning e Fosun il calcio rappresenta una chiave di accesso per altri sistemi economici molto più redditizi. Acquistare un club di calcio, insidiarsi in un territorio e tentare di aprirsi nuove fette di mercato: in maniera molto semplicistica, possiamo riassumere in questo modo la strategia degli investimenti cinesi nel mondo del calcio. Non a caso, in Inghilterra, la maggior parte dei club rilevati si situano nelle West Midlands, dove le aziende cinesi hanno notevoli interessi per investimenti in campo infrastrutturale (vedi l’H2sS Rail). A volte invece l’acquisizione di un club serve per rafforzare la propria immagine su un mercato, è il caso della Plateno Hotels Group, una catena alberghiera sino francese il cui fondatore, i cui azionisti, Chien Lee e Alex Zheng hanno rilevato l’80% dell’OGC Nice. In definitiva, il calcio è un mezzo per giungere ad altro, e questo porta gli investitori cinesi a mollare quando la situazione debitoria del club si fa insostenibile per loro, come nel caso del Pavia Calcio. Insomma, quando il giocattolo è rotto, diventa inutile e bisogna liberarsene.

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