Gattuso

 

Ti vogliamo così, solo così

 

Il Gattuso timido, triste e laconico visto in USA deve restare là; in Italia rivogliamo il Ringhio che tutti amiamo. Quest'anno è vietato sbagliare.

 

Insomma, 'sta telenovela del Milan pare sia terminata nel migliore dei modi, come i telefilm de 'La signora in giallo' quando, alla fine, resta un fermo-immagine della Fletcher che ride, solitamente per qualche stronzata che fa ridere solo lei. Però tutto è bene ciò che finisce bene, no?

Adesso aspettiamo che questo mercato chiuda i battenti il 17 agosto e poi tireremo le somme. Ma possiamo dire già sin da ora che siamo soddisfatti. Non 'molto' ma comunque soddisfatti; per farci veramente sorridere servono le cessioni degli elementi inutilizzabili o poco affidabili ed un paio di acquisti ben definiti, in ruoli precisi.

Però io mi conosco: sono un vecchio bastardo, convivo con me stesso da decenni e so quando qualcosa mi impensierisce. E' un po' come quando parti sereno per un viaggetto anche di poche ore e, mentre imbocchi l'autostrada, ti ripassi a mente i punti più importanti, tipo: ho chiuso la porta? Ho acceso l'allarme? Ho cambiato l'acqua al cane? Ho preso i soldi? E solitamente ti resta a ronzare per la testa un pensiero che non riesci a concretizzare al momento e del quale te ne accorgerai quando rientri, cosa che ti spinge a porconare contro te stesso per la sbadataggine.

Con questo Milan è un po' così; c'è qualcosa che non mi lascia sereno. Poi, dopo ore di riflessioni, ci sono arrivato: è Gattuso.

Io, come ogni vero e serio milanista, non posso che avere per Ringhio una specie di venerazione. Per certi versi Gattuso è il Milan. Facile parlare dei Maldini o dei Rivera o Van Basten; chi faceva la legna era lui e il tifoso si riconosce nel Gattuso ringhiante. Senza classe ma tanta, tantissima grinta; arrivare a certi livelli partendo da una spiaggia calabrese è il sogno di molti di noi che abbiamo solo immaginato una favola del genere. Sai dribblare? No. Salti l'avversario in corsa? No. Quanti gol fai? Pochi o nessuno. E di testa, dimmi: di testa come te la cavi? Cazzo sono alto 1 e uno sputo e mi chiedi come vado di testa? Perché vuoi giocare a calcio allora? Perché forse io non salterò l'uomo, ma l'uomo non salterà me. Forse io non so dribblare ma l'avversario non mi dribbla. E' vero, io non so segnare, ma non faccio segnare nessuno. E così via.

Ringhio è là, alle transenne, in curva, col megafono ad incitare i tifosi più accesi; è in campo a mordere i polpacci alle fighette ed a rincorrere quelli alti e biondi e belli; è ovunque noi vogliamo che sia, perché di lui ci fidiamo ed in lui ci rispecchiamo, in quanto racchiude i valori che si amano e rispettano maggiormente.

Leonardo gli sta mettendo in mano se non una fuoriserie perlomeno un bolide di tutto rispetto e la domanda è: saprà valorizzarlo, questo bolide?

Se facciamo riferimento al Gattuso delle conferenze stampe made in USA, diciamo subito: 'No'. Siamo sinceri: quanto ci ha fatto incazzare il tono dimesso delle sue interviste? Era lì, mogio mogio, senza sorridere, pochi sguardi in telecamera, una voce bassa da funerale: che tristezza ragazzi! Questo è un Ringhio perdente e questo Ringhio, in questo Milan, non va bene per niente.

Ed istantaneamente sovvengono certe prestazioni discutibili della squadra nel campionato scorso; ok, è vero che non possono fare testo, dato che Rino prese in mano la squadra a dicembre, una squadra molle, demotivata, in confusione ed ha dovuto rigenerarla da zero, ma restano le prestazioni col Benevento al ritorno, nel derby che avremmo dovuto vincere senza se e senza ma, la finale di Coppa ed alcune altre partite interpretate in maniera errata.

Non vorrei che si dimostrasse troppo attento alla tattica, conservativo, poco spregiudicato. Quest'anno non possiamo sbagliare, dobbiamo prenderci a tutti i costi la Champions; tolte Juve e, sembrerebbe, Inter, non abbiamo nulla da invidiare a Roma, Napoli e Lazio. Ce la possiamo giocare con tutte, altroché! Là davanti abbiamo un cecchino formidabile e non ci saranno scuse. Ma Ringhio ha detto un'altra cosa che mi ha messo 'leggermente' in agitazione, cioè che Suso è imprescindibile e con la sua imprevedibilità sorprenderà gli avversari. Ora: che Suso sia un ottimo giocatore ci sta. Non è un 'grande' però a cui mettere in mano il Milan; e non dimentichiamoci che ha giocato la sua ultima partita decente a febbraio. E se c'è un giocatore prevedibile è proprio Suso, che oltre al rientro sul sinistro sfoggia poco altro da quel punto di vista.

Comunque sia: a noi serve un Gattuso che ci creda, che sia convinto di potercela fare, che sia sicuro di potercela fare e che sia sicuro di non avere un Conte che gli scagazzi sulle spalle come un avvoltoio. E qui entra in scena la società che deve assolutamente garantire la propria incondizionata fiducia nel tecnico calabrese; se Gattuso non sente questo appoggio, non rende. Un po' come tutti, d'altronde: senza certezze e stimoli non ci danniamo l'anima per niente e nessuno.

Ibra ha detto che lo porterebbe in guerra con sé; lo pensiamo anche noi. Ma se vai in guerra con lo sguardo basso, non t'accorgi del nemico che ti si para di fronte.

Sguardo alto, sguardo fiero, Ringhio: noi siamo il Milan!

 

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