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Ritrovarsi e non pentirsi Vol.2

 

 Bonucci dopo alti e bassi è il leader di questo Milan, che se lo tiene stretto. La Juve non ha risentito dell'addio di Leo e non subisce mai gol. La prima volta di Bonucci contro il suo passato 

 

 Ieri avevamo parlato della prima volta contro il suo passato di Mattia De Sciglio (QUI l'articolo) e di come l'ambiente Milan non si sia pentito di averlo ceduto alla Juventus. 

Oggi giriamo il verso della medaglia, di quella che è stata probabilmente l'operazione più inaspettata dell'estate, che ha portato Bonucci al Milan, a fronte di De Sciglio in bianconero. 

Ovviamente il Milan non si pente della scelta estiva. Ritiene, a ragion veduta, di aver speso egregiamente quei 42 milioni per il centrale capitano della Nazionale. Uno dei difensori migliori al Mondo, un leader vero e un trascinatore spontaneo. Su di lui, poco ma sicura, si fonda e si fonderà questo nuova versione del Milan 2.0, con la nuova società al timone. E' lui, Leo Bonucci, capitano e uomo simbolo, il volto e il punto imprescindibile di questa squadra. 

Quel che c'è da chiedersi, semmai, è se a pentirsi sono stati il giocatore e la società a cui il cartellino apparteneva. 

 

La Juventus, dal canto suo, non sembra averne risentito più di tanto. Tant'è che in estate nemmeno ha pensato a sostituirlo, pensando, a ragione, di avere in casa un giocatore molto forte, come si è rivelato essere Benatia. La squadra di Allegri è in corsa su tutti i fronti e tra la gara di domani e quella della prossima settimana col Real Madrid si gioca forse l'intera stagione, tra scudetto e Champions League. 

La difesa non ha subito scossoni. Tant'è che i bianconeri restano la squadra meno battuta e la difesa migliore dell'intero campionato. Nelle ultime 17 gare di campionato la Juventus ha subito un solo gol, l'ininfluente 1-3 dell'Hellas. 16 clean sheet e ancora nessun gol subito nel girone di ritorno. Numeri clamorosi a dir poco. 

 

Bonucci, invece, forse in un momento della stagione il rimpianto ed il ripensamento lo ha avuto. Lo ha anche ammesso. Dove sono capitato. Cosa mi è venuto in mente. Alti, pochi, e bassi, tanti, hanno caratterizzato la prima fase di stagione in rossonero. Tutto contro. Tutti contro. Poi, la rivalsa del campione. Bonucci, anche e sopratutto grazie a Rino Gattuso, ha capito e compreso cosa è il Milan. Quello vero. Quello di un tempo, che non c'è più, e che è necessario come non mai riportare in auge. Il capitano rossonero ci ha messo tutto se stesso. Non steccando più e, anzi, rivelandosi spesso decisivo. La fase difensiva del Milan è cresciuta con la sua crescita individuale. Il rendimento di Romagnoli ne ha giovato. Ora, i due, formano la coppia migliore della A, assieme proprio a quella bianconera, e certamente la coppia su cui si basa la risalita anche della Nazionale, che lui da Capitano, anche li, avrà il ruolo, ingrato ma stimolante, di guidare. 

 

Juventus e Bonucci si ritrovano. L'emzione ci sarà, da entrambe le parti. Il pubblico, probabilmente, lo fischierà. Bonucci non ha nulla da rimproverarsi: è stato professionista esemplare fino in fondo. Vinca la difesa migliore, allora, allo Stadium. Poi, ci sarà tempo per un altro incontro. A Roma, in una finale che Bonucci è abituato ad assaporare. Alzare il trofeo in faccia al passato sarà il modo migliore per dimostrare che no, non c'è pentimento. 

 

 

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