Milan

 

Gli indizi cominciano a fare una prova

 

La stagione ha ancora molto da dire e la sensazione è che il Milan stia crescendo e prendendo forma proprio nella fase decisiva

 

 

La somma degli indizi comincia a fare una prova, la prova che il Milan di Rino Gattuso sta diventando una squadra. Alla vigilia della doppia sfida con la Lazio e dopo la bella vittoria di Cagliari avevamo detto che il doppio confronto con la squadra di Inzaghi avrebbe certificato o meno i progressi fatti intravedere dai rossoneri. La Lazio si è presentata a questa doppia sfida come la squadra più in forma del campionato, e soprattutto con l’attacco più prolifico d’Italia. È chiaro che questo metteva molta apprensione in casa milanista, soprattutto in ottica di doppia sfida di Coppa Italia dove subire gol in casa può essere letale ai fini del l’esito della qualificazione. Invece il Milan ha retto, e si presenterà alla fine di febbraio all’Olimpico con tutte le possibilità intatte di accedere ad una finale che sarebbe importantissima. Due sfide completamente diverse tra campionato e coppa, con un Milan che domenica ha dominato il primo tempo salvo poi subire il ritorno dei biancocelesti, e che ieri, invece, ha subìto per tutto il primo tempo il gioco della Lazio salvo poi liberarsi di qualche paura in un secondo tempo in cui ha riequilibrato le sorti della contesa. Una vittoria ed un pareggio, con un solo gol subito (per di più inutile), è il bottino di questa tre giorni; la Lazio resta allo stato attuale più forte del Milan, questo bisogna ammetterlo, ma dal doppio confronto esce fuori un Milan che ci piace, un Milan solido, mentalmente forte, che sta acquisendo velocemente consapevolezza nei propri mezzi e la mentalità del proprio allenatore.

È cresciuta la condizione fisica, quella psicologica, ed insieme al collettivo sono cresciuti in modo deciso molti singoli. Nessuno parla più di Bonucci, tutti si sono accorti che Biglia è il giocatore giusto che mancava da anni in quel ruolo (a parte Franco Ordine ed il suo vergognoso editoriale odierno), molti cominciano a tremare al solo pensiero che Çalhanoglu non parta nella formazione titolare. Sta perfino passando sotto silenzio il fatto che Suso da un mese stia collezionando prestazioni molto al di sotto del proprio standard. Questa, se vogliamo, è la conferma più grande che il Milan di Gattuso sta diventando una squadra, che non dipende solo dalle giocate dell’esterno spagnolo, che ha in Hakan una preziosa fonte di gioco, che ha due mezzali (Kessie e Bonaventura) molto efficaci nell’inserimento e capaci di risolvere le partite in luogo degli attaccanti. Ecco, se vogliamo questa è la pecca più grande di questo Milan, quello di avere un attacco che oggi si regge quasi unicamente sui gol di Cutrone, il più giovane della rosa degli attaccanti. Kalinic lavora moltissimo ma stenta tantissimo ad andare in gol, ed Andre Silva è ancora lontano dall’essere un giocatore affidabile. Se Rino riesce a portare a termine anche il recupero di questo reparto allora da qui alla fine della stagione ne vedremo delle belle.

La stagione ha ancora molto da dire su tutti (o quasi) i fronti, e la sensazione è che il Milan stia crescendo e prendendo forma proprio nella fase decisiva. L’importante sarà non fare voli pindarici e pensare che tutto sia stato risolto: i margini di crescita sono ancora ampi, ma solo con il lavoro e l’umiltà possiamo pensare di diventare una squadra che si guadagni il rispetto di tutti. Ma forse da questo punto di vista possiamo stare tranquilli, perché proprio quelle (lavoro ed umiltà) sono le caratteristiche migliori del nostro allenatore. Intanto un risultato importantissimo l’abbiamo già raggiunto: oggi i nostri avversari cominciano a guardarci col rispetto che si deve ad una squadra forte, e sembrano lontani i tempi in cui una squadra come l’Atalanta è venuta a pasteggiare comodamente sulle nostre macerie a San Siro, ed invece è passato solo un mese.

 

 

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