Biglia

 

Un argentino dall'animo brasiliano

 

Da essere il "condizionatore" è diventato un "condizionato, ma Rino ha un piano per recuperarlo

 

 

Ci sono squadre la cui crescita passa attraverso quella di alcuni giocatori, ma talvolta ci sono giocatori che riescono ad ingranare definitivamente attraverso la crescita generale della squadra. Di quest'ultimo caso il Milan ha avuto a che fare con due situazioni molto molto simili tra loro, ovvero quella di Hakan Calhanoglu e quella di Lucas Biglia.
Del primo abbiamo abbondantemente parlato in QUESTO articolo pubblicato ieri, oggi invece ci dedichiamo alla situazione dell'argentino.

Lucas Biglia è stato uno degli acquisti fortemente richiesti all'epoca da Vincenzo Montella e la trattativa per portarlo al Milan è stata lunga e quasi estenuante, al limite dello sbrocco nel tenere testa alle richieste del presidente Lotito. Il Milan ha scelto, giustamente, di far tutto il posibile per portarlo in rossonero in quanto ritenuto il regista perfetto per fare il salto di qualità, l'uomo giusto per colmare finalmente quel vuoto lasciato nel 2011 da Andrea Pirlo, coperto temporaneamente e non sempre efficacemente da Riccardo Montolivo che tra lunghi infrtuni e discontinuità di prestazioni nen è stato sempre all'altezza della situazione. Preso anche perché aveva il vantaggio di conoscere il calcio italiano, la parabola di Lucas Biglia ha seguito fedelmente la parabola della situazione della squadra, almeno in questo girone d'andata: ottime le sue prime prestazioni, ricordiamo il secondo tempo sontuoso nell'International Championship contro il Bayern Monaco e le prime apparizioni tra prime gare del girone di Europa League e campionato, quando il Milan riusciva a fare ancora risultato. Tracollo inesorabile quando il Milan ha cominciato la striscia di risultati e prestazioni negative, con qualche infortunio di mezzo forse anche utilizzato come scudo.
Recuperato dalla tendinite al rotuleo in concomitanza con l'arrivo di Gattuso, l'argentino ha giocato pochissimi minuti e sempre da subentrato, senza mai incidere, anzi. Rilanciato dal primo minuto nel derby di Coppa Italia ha fornito 120' di prestazione non eccelsa ma in linea con quella della squadra, in crescita col passare dei minuti facendo dei tempi supplementari molto buoni, proprio nella fase in cui il Milan è riuscito a portare a casa la partita, proprio a dimostrazione del discorso che si faceva prima.

Ora, sicuramente ci si aspettava l'esatto contrario, cioè che fosse un giocatore esperto come lui, dato anche il ruolo che ricopre, a comandare i ritmi della squadra e non viceversa. Ma di Biglia abbiamo probabilmente scoperto il vero profilo caratteriale, un animo molto influenzabile dalla situazione esterna, quasi un sentimentalismo alla brasiliana.
Montella per primo aveva spesso enunciato quanto Lucas soffrisse psicologicamente la mancanza di risultati finendo per manifestare in campo tutto il suo disagio. Di questo probabilmente se n'è accorto anche Rino Gattuso ed è forse questo il motivo per cui sceglie ancora di puntare sul buon momento di Montolivo, inserendo Biglia o a partita in corso in un momento dove la situazione è favorevole e di facile gestione oppure come fatto nel derby, facendolo giocare in appuntamenti dove non hai bisogno che qualcuno ti carichi prima di scendere in campo e dove sai che anche in caso di sconfitta o brutta prestazione i tifosi per una volta eviteranno di fischiarti. Tutto questo in attesa che la squadra si compatti, ritrovi un discreto gioco e una continuità di risultato in modo da accompagnare una crescita conseguente del n° 21, che lo faccia tornare ai suoi livelli e chissà facendo scoccare quell'inerzia che da "condizionato" lo faccia diventare il "condizionatore".

 

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