Gattuso

 

Navighiamo a vista

La scelta di Gattuso è la logica conseguenza di una soluzione interna, in vista di tempi migliori.

 

 

Rino Gattuso è arrivato alla conduzione tecnica della Prima Squadra con la sua carica emotiva e caratteriale che lo ha sempre contraddistinto nella sua lunga carriera da calciatore: lunghe sessioni di esercizi atletici e di potenziamento muscolare in questi primi tre giorni di Gattuso; come del resto era preventivabile, visto la precisa scelta societaria di qualche giorno fa.

Infatti a Vincenzo Montella, oltre che ai risultati altalenanti di questi mesi, è stata imputatata l'incapacità generale di dare una carica motivazionale e di cattiveria ai suoi giocatori, in grado sia di cercare di recuperare situazioni di svantaggio, che di avere una fame di goal e di cattiveria agonistica, che in questi mesi purtroppo è in buona parte mancata al gruppo. Un rendimento che, come dicevamo, per buona parte dei nuovi arrivi è stato sotto la media delle aspettative societarie e dei tifosi; un rendimento che Gattuso, come detto, è chiamato a migliorare attraverso una trasmissione di quei valori e di quegli stimoli che una maglia così importante come quella rossonera, dovrebbe già da sola dare, ma che in realtà è da qualche anno che continua a pesare come un macigno, su una serie di buoni o ottimi giocatori che si sono avvicendati nel corso degli ultimi 5 anni al Milan. L'intenzione della società sembra chiara: dopo aver fallito la svolta attraverso il possesso palla di marca Montella, ora si cerca la via dell'aggressività e della forza mentale, attraverso il lavoro di Gattuso. Ci risucirà il buon Rino? Lo vedremo; certo è che quella di Gattuso, tralasciando le motivazioni dell'esonero di Montella, è stata la scelta più logica che la società poteva prendere.

Andare su un nome completamente nuovo in questo momento della stagione, avrebbe significato aggiungere ancor più confusione in un gruppo già minato dalle insicurezze. Per non parlare poi del fatto che, al momento, le alternative sarebbero comunque state poche: un rischio troppo grande per una società come il Milan, che già con l'esonero di Montella in questa stagione, ha dato prova che la visione del "navigare a vista" continua ad attanagliare le stanze di Milanello ormai da tanti, troppi anni.

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