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Il Mino beffato

 

Raiola aveva fatto bene i suoi conti, peccato che il duo Fassone-Mirabelli...

 

Usare il condizionale all'inizio di questo pezzo è buona norma di prevenzione anche se ormai sembrerebbe che il dado si stato tratto nella vicenda Donnarumma. Il giovane Gigio è pronto a firmare un contratto col Milan sino al 2021, con clausola intorno ai 75 milioni e con uno stipendio di 6 milioni di euro netti a stagione.

Se tutto andrà secondo questi termini, il vero sconfitto di questa vicenda sarà indubbiamente Mino Raiola che, per la prima volta in carriera, subirà un'operazione senza poterla dominare come invece avrebbe voluto.

Raiola aveva scientemente scelto infatti di portare Donnarumma presso altri lidi. Il suo scopo era quello di tirare il più a lungo possibile per il rinnovo sino a prendere il Milan per sfinimento e costringerlo ad una cessione inevitabile quando ormai la prospettiva di perderlo a zero fosse stata concreta.

La variabile Fassone, l'A.D. del Milan che ha lavorato tantissimo sulla famiglia del ragazzo, ha giocato però un brutto scherzo al povero Raiola che, suo malgrado, ha dovuto prendere atto dello stato delle cose. Il messaggio al mondo sportivo è chiaro: anche Raiola si può battere, anche lo strapotere del procuratore sportivo più influente può essere limato con una intransigente linea politica.

Per la prima volta Raiola esce da sconfitto. Non è una immagine che gli si addice, nè che gli si cuce addosso. Il suo ridimensionamento è la vittoria più grande del Milan atta a dimostrare quanto forte e solida sia la nuova società rossonera. Il furbo Raiola si consolerà con la commissione che gli spetta per legge. Nessuna concessione per lui, nemmeno in minima parte.

E' la nuova condizione di solitudine dell'uomo di Nocera Inferiore. Durerà in futuro? Non è dato saperlo. Ma i fatti, ad oggi, dicono che Raiola ha conosciuto per la prima volta in carriera il sapore amaro della beffa. A suo modo è un evento storico da segnare in rosso sul calendario.

 

 

 

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