Premier league

 

Premier League, i perchè del suo successo

 

Un modello difficilmente esportabile in Serie A: vediamo il perchè

 

 

Si discute spesso sulle differenze fra la Serie A e la Premier League. Spesso si entra nell’argomento senza considerare quali sono le principali differenze fra queste due leghe e ciò porta inevitabilmente ad argomentazioni poco realistiche. La Premier League infatti è la lega calcistica più seguita nel mondo e ciò avviene grazie ad una formula vincente che include diversi fattori. Il suo successo si fonda su intuizioni geniali risalenti ad un decennio fa e su un modello gestionale della Lega che non ha pari nei principali campionati europei. Tutti sanno che la Premier è il campionato che ha i maggiori ricavi complessivi dalla vendita dei diritti televisivi sia in patria sia all’estero. In tanti però non si sono mai chiesti come mai si sia venuta a creare questa sproporzione con gli altri campionati.

Gli inglesi, qualche anno fa, hanno avuto l’idea di andare a vendere i loro diritti in Oriente e di programmare l’orario delle partite sulla base del prime time orientale. Sono nate così le partite a mezzogiorno e, soprattutto, i big match in quell’orario. All’inizio in tanti sorridevano dinanzi a questa scelta singolare della Premier. Tale scelta tuttavia si è rivelata vincente ed ha portato la Premier ad incrementare i ricavi televisivi sino a raggiungere quota 4 miliardi di euro in un anno. Con il nuovo accordo per i diritti tv che va dal 2016 al 2019, il campionato inglese guadagnerà all’anno circa 3,8 miliardi di euro totali , dei quali circa 1 miliardo deriverà dai diritti internazionali. La Serie A italiana, di converso, incamera poco più di 1 miliardo di euro l’anno fra diritti nazionali ed internazionali e le nostre squadre fanno spesso opposizione per andare a giocare la Supercoppa a Pechino, nonostante i ricchi premi offerti dalla Cina. Ciò segnala quanto abitudini e pigrizia siano prevalenti nel nostro paese rispetto alle necessità contingenti. Ma la distanza fra Premier League e Serie A diventa ancora più netta se si guarda alla distribuzione dei diritti televisivi stessi. Mentre nel nostro campionato infatti il criterio prevalente è quello del bacino d’utenza dei club, in Premier i guadagni legati ai diritti nazionali si ripartiscono secondo una formula che tiene in considerazione sia il merito sia la salvaguardia di tutte le squadre presenti. Vi è in primis una divisione in parti uguali del 50% del valore totale. Questo comporta che, solo per essersi iscritti al campionato, tutti i club abbiano un guadagno netto di quasi 70 milioni di euro per i diritti nazionali (i guadagni derivanti dai diritti internazionali invece, vengono ripartiti equamente tra i diversi club, per un totale di circa 50 milioni di euro per ognuno di essi). Un altro 25% dei guadagni viene invece assegnato per merito alla fine della stagione, mentre il restante 25% viene ripartito durante il campionato a seconda delle partite che vengono trasmesse dalle emittenti televisive. E’ possibile esportare questo modello in Italia? Molto difficile che ciò avvenga perché, in Lega Calcio, non ci sono i numeri per attuare una riforma del genere, dato che le grandi squadre (che vedrebbero diminuire i loro introiti) si schierano puntualmente contro tale ipotesi.In Premier League, il fatto che non solo i top club possano permettersi l’acquisto di giocatori di qualità, porta ad un aumento della competitività e dell’incertezza del campionato. Non a caso, negli ultimi 5 anni il campionato inglese è stato vinto 2 volte dal Chelsea, 1 volta dal City, 1 volta dallo United e una volta dal Leicester. In Italia invece, da sei anni, si assiste al dominio incontrastato della Juventus che, non solo vince, ma fa fatica persino ad incontrare dei competitor. Chiaro che, più è incerto l’esito, più il campionato attira spettatori. L’aumento della competitività di tutte le squadre di Premier League porta ad una maggior diffusione dei brand della Premier in tutto il mondo, all’aumento dei tifosi delle squadre inglesi ed alla diffusione del brand (utile a dare impulso al mercato delle maglie).

Tuttavia, la formula vincente della Premier League va oltre l’aspetto economico dei grandi ricavi e si basa soprattutto sulla salvaguardia del tifoso stesso. Le partite che vengono offerte al pubblico inglese all’interno dei confini nazionali sono circa la metà di quelle totali. Ai tifosi non è dato sapere quali partite verranno trasmesse ogni settimana. Vengono trasmesse 4 partite in diretta ogni settimana e chi non va allo stadio corre il rischio di non vedere giocare la propria squadra. Anche una particolarità del genere è difficilmente esportabile in Italia dove il tifo non è regionalmente caratterizzato come in Inghilterra e dove una eventualità del genere troverebbe la ferma protesta dei tanti tifosi di Juventus, Milan e Inter, le tre squadre che hanno il 70% dei tifosi e che hanno la maggioranza degli stessi molto lontano dagli stadi. In definitiva, il modello inglese è difficilmente duplicabile in una realtà diversa come quella italiana, ma può fornire importanti indicazioni e spunti per instaurare un processo di crescita che, da troppo tempo, manca all’intero movimento italiano.

 

JUVENTUS-MILAN
SERIE A
md tube rettangolare2

HIGHLIGHTS: Milan-Inter

.QUI gli tutti gli highlights dal '18/'19 ad oggi 

DICHIARAZIONI POST MILAN-INTER
MAURO SUMA: A BOTTA CALDA
MEMORIES: IL PROSSIMO AVVERSARIO

Cerca in MD

banner orizz pubb mdtube

Su questo sito usiamo i cookies, anche di terze parti. Navigandolo accetti.