La squadra rossonera viaggiava fra i dubbi di un bonifico che non arrivava, le incertezze su una proprietà opaca ed il dubbio sul futuro.

L'escussione del pegno da parte del fondo Elliott, con la conseguente presa di possesso della società da parte degli americani, ha cambiato completamente le prospettive del club.

E così, 45 giorni dopo è tutto un altro Milan che è passato dalle sabbie mobili di una immobilità dovuta all'azione attiva del suo direttore dell'area tecnica.

Leonardo, coadiuvato da Paolo Maldini in versione dirigenziale, ha chiuso in sole 3 settimane ben 13 operazioni fra entrate ed uscite.

Il Milan ha così cambiato faccia, passando da una squadra con criticità ed evidentemente incompleta, ad una squadra che ha oggi due giocatori per ruolo in quasi tutte le caselle.

L'arrivo di Gonzalo Higuain in avanti è senza ombra di dubbio l'architrave portante di questa rivoluzione, con l'argentino che va a colmare un vuoto che da troppi anni ineriva la maglia numero 9.

Era difficile aspettarsi un mercato così scoppiettante e, personalmente, ne sono rimasto piacevolmente colpito in senso positivo.

Bakayoko offre una buona alternativa alla composizione del centrocampo durante la stagione, Laxalt è un giocatore di passo che prima non avevamo, mentre Castillejo è un ottimo cambio per Suso e Calhanoglu.

Se a ciò si aggiunge il giovane e solido Caldara, si deve prendere atto di come il Milan abbia realizzato una vera e propria rivoluzione copernicana, capace di dare a Gattuso un organico competitivo e di valore importante.

Certamente le criticità permangono: la rosa non è perfetta ed ha alcune smagliature. Tuttavia, considerato il tempo a disposizione (3 settimane) va dato atto a Leonardo di aver fatto un grandissimo lavoro.