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(Stra)parla Montella

 

"Esonero? Ingiusto. Le critiche a me dei giocatori? un alibi per le loro prestazioni. E Gattuso mi diceva che la squadra non era forte..."

 

L'Aeroplanino è stato prima sollevato dall'incarico dal Milan ed ha poi ricevuto un'offerta allettante dal Siviglia a fine dicembre del 2017. Peccato, però, che a qualche giornata dalla fine del campionato sia stato esonerato pure dal club spagnolo chiudendo così un'annata davvero da incubo e tutta da dimenticare. Montella, però, ha le spalle grosse e ai microfoni della Gazzetta dello Sport ha spiegato:

"L'esonero? Ovvio che ci sia rimasto male. Era iniziato un progetto ed è stato interrotto in maniera poco giusta. Dove c’è un cambio di società e una rivoluzione di calciatori. Poi avevamo più di 10 nuovi e di tante nazionalità, di cui solo uno con una storia da Champions. La società non ha avuto pazienza. Credo invece che avrei meritato un po’ di tempo in più. Le critiche da parte dei miei ex giocatori? Io sono stato pure calciatore. A volte si cercano alibi per motivare le proprie scarse prestazioni. Ai miei tempi, invece, la vivevo sempre come una sconfitta e quindi pensavo di dover fare qualcosa in più".

 

Montella ha poi parlato del suo rapporto con Gattuso e del suo più grande rimpianto:

"Il rapporto con Rino? Buono. Avrei preso anche io quella opportunità. Prima del mio esonero mi diceva sempre: "Non dire che è una squadra forte perché non è così". In effetti si erano create delle aspettative troppo alte, anche se la rosa non è sopravvalutata. È giovane, può crescere. L’obiettivo era la Champions e io ho cavalcato le aspettative. Certo, vederla fuori dalle Coppe è clamoroso. Non ne avevo mai avuto la sensazione, Penso che anche per l’Uefa sia stata una scelta dolorosa, perciò avranno avuto le loro motivazioni. Errori? Ne ho fatti, ma vanno sempre contestualizzati. Perciò rifarei tutto, anche andare alla Sampdoria o al Siviglia. In Spagna, ad esempio, abbiamo fatto benissimo in Champions e in Coppa del Re, pagando però nella Liga. Io ho una placida follia, perciò non mi reputo particolarmente fortunato. Forse dovevo essere più folle nella comunicazione col Milan. Avrei dovuto farla diversamente, invece ho seguito la società".

 

 

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