milan

 

Meglio soli che...!

 

Cosa è meglio per il Milan? Mr. Li in minoranza con un nuovo proprietario, oppure un uomo solo al comando?

 

Argomento Milan completamente monopolizzato dalle possibili trattative in corso per la cessione di una quota del capitale sociale ad un nuovo socio.
Si rincorrono le voci, si fanno numerosi nomi di potenziali acquirenti, si fanno conti sull’ammontare delle possibili proposte, anche se credo fermamente che molte delle cose che vengono dette sono letteralmente inventate o sono solo il frutto di ipotesi ed illazioni. Anche perché, a parte una mail che parla di un interessamento alla società rossonera di Thomas Ricketts, non esiste nessun comunicato ufficiale nè tanto meno una intervista o qualche pubblica dichiarazione dei soggetti fatti rientrare nella vicenda.
Addirittura per Rocco Commisso, che sembrerebbe il più vicino alla possibile acquisizione del Milan, l’unico indizio è l’intervista di un suo cugino (!?!) che avrebbe detto che Rocco è pronto ad acquistare il Milan e se lo fa lo fa per acquistarne il 100% delle quote detenute da Mister Li.
Naturalmente da qui si sono scatenate poi le ipotesi sulla quantità di denaro offerta a Yonghong Li e sulla valutazione complessiva che invece ne fa il proprietario cinese.
Sembra che Ricketts, invece, sia interessato ad acquistare la maggioranza del club lasciando però un 25/30% a Mister Li, per permettergli di sviluppare comunque il brand del club rossonero in oriente.
Quale delle due soluzioni sarebbe la migliore, ammesso che le parti si mettano d’accordo sul prezzo?
Non ci sono molti dubbi nello sperare che in caso di subentro di Commisso nella proprietà dell’Ac Milan questo avvenga per la totalità del capitale, senza cioè la presenza di un socio di minoranza che detenga il 25/30% (alla Thohir per intenderci).
Questo sia per motivi economici che per motivi di opportunità.
La presenza di un socio di minoranza ha senso solo se quest’ultimo sia una soggetto molto solido (e liquido) e che sia in grado di sottoscrivere senza nessun problema gli aumenti di capitale necessari per la quota di sua competenza.
La situazione che c’è all’Inter, per esempio, prevede nei patti societari che Suning non possa fare degli aumenti di capitale senza approvazione di Thohire faccia invece delle immissioni di capitale solo sotto forma di finanziamento, perché altrimenti la quota di Thohir subirebbe una diluizione e finirebbe per diventare sempre più piccola e marginale.
Questo sistema oltre a limitare l’azione del socio di maggioranza finisce per avere un costo (anche salato) per il club, che di fatto deve rimborsare al socio-finanziatore gli interessi passivi.
Il secondo motivo invece è dettato solamente dall’esperienza: nel calcio le cordate non hanno mai funzionato, e quindi è il caso di lasciar perdere.
Se se ne hanno le possibilità, meglio andare avanti soli piuttosto che essere male accompagnati!

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