milan fassone yonghong li

 

Si sapeva da un anno. E ora?

 

Mr. Li non recede di un passo. Intanto tutto sembra franare, come in molti presagivano un anno fa e venivano derisi... E ora ? Quali sono le strategie del proprietario rossonero e di Elliott ?

 

 

Tutto era già noto da un anno. Articoli di importanti giornali finanziari, inchieste giornalistiche varie, sia in Italia che all'estero, lo avevano fatto emergere. Il Milan, o meglio la proprietà targata Li, ha però tirato dritto. Tutte illazioni, niente di vero, la proprietà è solida. Questo il mantra. Un anno dopo, i nodi sembrano essere arrivati al pettine. Il rifinanziamento del debito promesso non è mai arrivato. Ora, Mr Li è al dentro o fuori. Il momento è cruciale. Tutto rischia di saltargli tra le mani, ma mr Li non recede da un millimetro dalla sua, forse incomprensibile, strategia. E intanto impazza il sentimento in casa Milan di complotto, di disegno anti Milan dell'Uefa e altre cose simili.

 

Nonostante in molti stiano provando a convincerlo della necessità di accelerare la pratica del rifinanziamento del debito con il fondo Elliott in vista dell'Adjucatory Chamber di metà giugno. Lo tirano per la giacchetta per accettare una delle proposte che l’ad Marco Fassone ha raccolto nei mesi scorsi, mr Li non intende (ancora) farlo. Almeno a breve. A confermarlo è stato nella scorsa settimana lo stesso Fassone, alla fine del cda (durato un’ora e mezza) che ha esaminato i conti e parlato del no dell’Uefa al settlement agreement: «Il rifinanziamento più complesso è quello della holding, non credo possa esserci una accelerazione in tempi brevissimi».

 

A questo punto o mr Li ha un asso nella manica, per esempio trattative di finanziamento in corso in Asia di cui al Milan non sono a conoscenza, oppure il suo è un gioco molto pericoloso. Li sembra non intenda accettare tassi sconvenienti per un debito che ancora non è scaduto (lo sarà a ottobre), per colpa delle pressioni Uefa, che considera indebite. Anche perché in un rapporto costi/benefici, la partecipazione all’Europa League non lo compenserebbe. Ma a parte che l’esclusione dalle Coppe sarebbe una macchia indelebile per il Milan, più passa il tempo, più la posizione di Li in fase di trattativa si indebolisce e il rischio è che le condizioni proposte peggiorino, non migliorino.

 

Se Li non dovesse farcela ad ottemperare i suoi obblighi, il fondo Elliott si è già detto disponibile a intervenire. Ma significherebbe aumentare il debito, mettendo Li con un piede fuori dal Milan. Non a caso in queste ore si sono intensificati i rumors di un gruppo americano interessato a comprare il club, che si è rivolto a Elliott. Ma fin qui Li ha sempre pagato.

Nel frattempo al Milan gli avvocati studiano le 22 pagine con cui la Uefa ha bocciato il settlement agreement, proprio per la sfiducia verso Li e per quella che Fassone chiama «potenziale insicurezza nel futuro». E che è la parte giuridicamente più debole della decisione Uefa, perché Elliott, in caso, si è già impegnato a garantire continuità aziendale.

 

Il tutto sembra ormai chiaro. Il piano di Elliott è escutere appena possibile il pegno sulla Rossoneri Sport Investments e sul Milan, per poi rendere più solido e senza debito il club e rivenderlo tra due anni massimo. Per Li,i il Milan ha un valore di 1 miliardo, ovvero quanto l'ha pagata, compreso il debito totale che oggi ammonta a 350 milioni (i 303 iniziali più gli interessi). Quindi, facendo i conti in tasca a Li, questo vuol dire che per di 600/650 milioni non venderà. 

 

 

banner orizz pubb mdtube

Su questo sito usiamo i cookies, anche di terze parti. Navigandolo accetti.