Parole sante
Le ultime dichiarazioni del famoso comico rossonero fanno parte di un pensiero comune molto diffuso nei tifosi rossoneri.
Diego Abatantuono è sempre stato un uomo abbastanza limpido nel suo modo di vedere il calcio e la sua passione per il Milan. Il suo essere tifoso in fondo si potrebbe riassumere nella ormai famosa celebre citazione su Padre Pio e Rivera, la quale descrive molto più di mille parole, il rapporto strettissimo che lega il comico milanese ai colori rossoneri.
E su questa lunghezza d'onda vanno prese di certo le sue ultime dichiarazioni; parole di fuoco nei confronti di Massimiliano Allegri, reo secondo Diego, di aver letteralmente distrutto lo spogliatoio del Milan nel giro di un anno. Per l'esattezza, il riferimento va alla stagione 2011/2012: il Milan Campione d'Italia in carica perde con tutti i favori dei pronostici lo Scudetto a discapito della prima Juventus di Conte. Ora senza entrare nel merito di episodi arbitrali e non che hanno essenzialmente inciso sull'andamento di quella stagione, l'accusa che Abatantuono pone a carico di Allegri è quella di aver letteralmente distrutto lo spogliatoio rossonero nel giro di un anno. E come dargli torto, oseremmo dire? Perchè in fondo se ci pensiamo in quell'estate del 2011 iniziarono ad accadere cose strane: dalla cessione a zero di Pirlo, per la quale Allegri non spese una parola ostativa alla sua partenza, fino ad episodi come quello sul 3-0 per l'Arsenal all'Emirates con Ibra che arriva quasi alle mani con il tecnico livornese, fino ad arrivare all'addio contemporaneo dei senatori in quel pomeriggio di Maggio del 2012; tutte situazioni nelle quali Allegri è stato protagonista in negativo, in termini di gestione del gruppo. E su questo davvero c'è poco da dire, dando ragione al Diego Nazionale.
Srà pure stata l'inesperienza nel gestire così tanti campioni in una situazione psicologica non certo entusiasmante sia in campo nazionale ed europeo, ma quella di Allegri è stata una colpa capitale che ha inciso purtroppo pesantemente sul futuro del Milan; colpa di cui in parte stiamo ancora qui a pagarne le conseguenze.
