Maldini

 

I dubbi e le certezze di Paolo

 

Sarebbe cosa buona e giusta se Maldini scegliesse di mettersi finalmente in gioco

 

 

Qualche anno fa scrissi un pezzo sull'idea di Paolo Maldini di diventare dirigente nel quale esposi in maniera molto chiara la mia opinione.Sono sempre stato un sostenitore assoluto del Maldini calciatore; lo considero il più forte numero 3 della storia del calcio ed ogni volta che lo rivedo nelle immagini d'epoca non posso non emozionarmi. Completamente diverso è, tuttavia, la questione del Maldini dirigente. Paolo infatti non ha mai avuto alcuna esperienza in ruoli dirigenziali operativi e questa sua pretesa di non avere un ruolo di facciata all'interno del club è senza dubbio eccessiva.A mio giudizio infatti, quanto fatto da Paolo sul campo di gioco con la gloriosa maglia numero 3 non ha alcun significato nè valore ai fini di un suo impegno come dirigente. Nel nuovo ruolo, Maldini deve dimostrare di essere un buon dirigente e per farlo deve prima di tutto imparare. Non può pretendere di essere già pronto solo in base alle sue conoscenze di campo come giocatore.

In certi casi sarebbe necessario un atto di umiltà da parte di Maldini. L'ex capitano dovrebbe accettare un ruolo da dirigente non operativo all'interno del Milan e mettersi in gioco.Tale ruolo gli era già stato offerto nel 2009 da Adriano Galliani e gli è stato nuovamente offerto nel 2016 da Marco Fassone. Paolo ha sempre rifiutato.Ora è bene chiarire che Maldini può legittimamente continuare a farlo: se lui pensa di non poter fare la semplice bandiera, bene fa a portare avanti le sue idee.Tuttavia, considerata la sua carriera e la sua incredibile fedeltà alla stessa maglia, probabilmente sarebbe cosa buona e giusta se, scendendo un attimo dal colle delle certezze su cui si trova, accettasse di mettersi in gioco senza far pesare la sua storia, il suo talento e le sue vittorie.

 

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