Acquisti Milan

 

240 milioni per gli stessi punti: ne valeva la pena?

 

E da qui alla fine c'è anche il rischio di far peggio. Ma...c'è sempre un "ma"

 

 

Stando ai semplici e freddi numeri gli ultimi due campionati sono uno la fotocopia dell’altro. Dopo 36 giornate lo stesso numero di punti (60), frutto dello stesso numero di vittorie (17), di sconfitte (10) e di pareggi (9). Uguale anche la posizione in classifica (sesto posto). Le ultime due gare dello scorso campionato portarono in dote una vittoria (alla penultima in casa contro il Bologna) ed una sconfitta (a Cagliari, ininfluente poiché c’era già la matematica certezza della qualificazione in EL). Visto il calendario c’è la possibilità di migliorare lo score finale, ma anche il concreto rischio di fare peggio. Due autentici scontri diretti (Atalanta e Fiorentina) che potrebbero anche mettere a repentaglio la qualificazione alla prossima EL.

La domanda nasce spontanea e l’argomento già fa discutere molto: visto i risultati, ne è valsa la pena spendere circa 240 milioni sul mercato estivo? Sembrerebbe di no, ma è chiaro che è necessario fare qualche considerazione. Innanzitutto questa stagione ha visto in campo due Milan diversi, uno completamente l’opposto dell’altro. Stessi giocatori, ma due squadre differenti. Con il cambio tecnico le cose sono cambiate completamente, sia in termini di risultati ma, soprattutto, di rendimento dei singoli. Gattuso è riuscito a rivitalizzare giocatori che sotto la guida di Montella sembravano dei flop o largamente al di sotto dei propri standard. Improvvisamente la campagna acquisti di Mirabelli non era più completamente fallimentare e sbagliata come molti addetti ai lavori e tifosi avevano sostenuto. La squadra rinvigorita nelle gambe, nel morale e nel carattere ha cominciato a girare come si deve, aumentando il livello delle prestazioni e dei risultati. 25 punti nel girone di andata, gli stessi messi insieme nelle prime 9 gare del girone di ritorno. In totale i punti messi insieme nelle 17 giornate del girone di ritorno sono 35 (una medi di 2 punti a partita), che fanno del Milan la terza squadra per numero di punti nella fase discendente. In tutto questo ci mettiamo anche la conquista della finale di Coppa Italia, arrivata eliminando nei quarti ed in semifinale rispettivamente Inter e Lazio (due squadre in lotta per la Champions). Altra nota da aggiungere e da non sottovalutare: all’andata la squadra di Montella contro le squadre che ci precedono in classifica ha conquistato 0 punti, mentre contro le stesse avversarie nel ritorno i punti conquistati sono stati 8 (frutto di 2 vittorie, 2 pari ed una sola sconfitta).

La netta sensazione, quindi, che solo nella gestione Gattuso la squadra abbia raggiunto un livello adeguato alle proprie possibilità. In poche parole, banalizzando il concetto, viaggiando alla media-Gattuso (2 punti a partita), il Milan oggi viaggerebbe intorno ai 70/72 punti che gli permetterebbe di lottare per un posto in Champions, esattamente ciò per cui era stata costruita. Ecco che allora non possiamo equiparare questa rosa a quella dello scorso campionato. Questa ha in pancia un potenziale di molto superiore a quella dello scorso anno, cosa che speriamo (ne siamo certi) possa essere dimostrata la prossima stagione. Dei dodici nuovi acquisti non tutti sono stati azzeccati e non tutti hanno reso per quanto sperato, ma di certo possiamo affermare che gente come Bonucci, Biglia, Kessie, e Calhanoglu ha sicuramente aumentato il livello qualitativo della squadra, e che Rodriguez, Conti, Musacchio ed anche Andrê Silva hanno i mezzi per aumentare ancor di più la caratura della rosa rossonera. Insomma, si poteva e si può fare meglio, ma ne valeva la pena.

 

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