gattuso

 

Che modulo per il primo Milan di Gattuso?

 

Tutto dipenderà dal mercato...e dall'UEFA

 

 

Stagione 2018/2019, quale modulo per il primo vero Milan di Rino Gattuso? È chiaro che quest’anno Gattuso, subentrato in corsa, ha dovuto fare di necessità virtù, nel senso che ha scelto il modulo maggiormente funzionale agli uomini a disposizione di una rosa non costruita da lui. La cosa che Rino ha fatto è stata quella di tornare al 4-3-3, modulo del primo Montella che poi quest’anno, dopo i disastri iniziali, aveva virato su un 3–5-2 che però non ha portato i risultati sperati. Pochissime le variazioni a questo modulo, se non per qualche spezzone di partita, così come pochi sono stati i dubbi sugli uomini che dovevano formare l’unico titolare. Unico ballottaggio nella scelta della punta centrale. Le poche occasioni in cui si è andati per le due punte fa pensare ad una propensione del mister per un modulo ad una punta unica, questo anche tenendo conto delle esperienze precedenti accumulate negli altri club. Gattuso nel Pisa propendeva per un 4-2-3-1 con qualche variante verso il 4-3-1-2, mentre nella Primavera del Milan fondamentalmente prediligeva il 3-4-3. Una grande varietà, quindi, che rende difficile inquadrare il modulo base del suo prossimo Milan. Molto dipenderà, ovviamente, dagli esiti della campagna acquisti estiva che Mirabelli porterà a termine.

Così come non possiamo non tenere conto del fatto che in questa campagna acquisti potrebbero avere un ruolo determinante le decisioni dell’Uefa in termini di Settlement Agreement. Il Milan sarà costretto a sacrificare qualcuno dei suoi big per condurre la propria campagna di rafforzamento? È chiaro che un conto è cedere, eventualmente, Donnarumma, uno è sacrificare Suso (il sacrificio del portiere non incide nella scelta del modulo, uno come Suso sì). Presumiamo solo per un attimo che non ci siano ingerenze dell’Uefa. Se il Milan dovesse portare a casa una punta forte (un top da 25 gol a stagione), potrebbe essere interessante andare su un 4-2-3-1, anche se questo porrebbe all’ordine del giorno il ruolo da dare a Kessie (nei due centrali al fianco di Biglia o nei tre alle spalle del punterò?). Oppure restare col 4-3-3, la qual cosa necessiterebbe l’acquisto di un esterno forte (capace di saltare l’uomo e con una vena realizzativa da doppia cifra), che potrebbe portare ad un arretramento di Calhanoglu nei tre di centrocampo col sacrificio di Bonaventura.

Personalmente propendo sempre per l’utilizzo di molti giocatori a propensione offensiva, con l’utilizzo del maggior numero di giocatori di qualità in grado di dare del tu al pallone. Avete presente il Milan ancelottiano o quello di Leonardo (4-2 e fantasia)? Ecco, quella roba lì. L’importante è riuscire a mettere in piedi un Milan imprevedibile, che non faccia una fatica bestia ad andare in gol (come successo negli ultimi anni). Dunque, un bel 4-2-3-1 o un 4-3-1-2, sarebbero i moduli preferiti, partendo dal presupposto che la punta deve essere un animale da gol che ogni volta che si trova davanti alla porta non si fa certo pregare per metterla dentro. Tutto il resto, poi, diventa relativo.

 

 

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