Donnarumma

 

Gigio enorme, ma col dovere di crescere

 

Donnarumma ha delle qualità mostruose ma anche qualche palese limite su cui lavorare

 

 

E dopo i due filotti di vittorie in questo girone di ritorno arrivo anche il filotto dei pareggi (o se preferite delle non vittorie). Sono ormai quattro i pareggi consecutivi, e cinque le gare senza vittoria, per cui è definitivamente tramontata la rincorsa alla Champions e si è in piena bagarre per un piazzamento all’Europa League della prossima stagione (visto che Atalanta, Fiorentina e Samp non mollano). La sensazione è che il Milan accusi una fisiologica stanchezza a livello fisico, mentre a livello mentale la squadra è ancora ben presente a se stessa (altrimenti non resti imbattuto contro Inter e, soprattutto, Napoli). Il netto calo di Suso è l’emblema di queste difficoltà, e l’infortunio di Calhanoglu un supplemento di problema di cui avremmo volentieri fatto a meno. A questo si aggiunga una oggettiva difficoltà della squadra di finalizzare quanto prodotto (il rischio che nessuna delle punte di questa squadra arrivi in doppia cifra è più che concreto) ed una mancanza di cattiveria che ci porti ad ammazzare le partite quando siamo in una situazione di vantaggio. Cercare di gestire il vantaggio non è mai una buona idea per una squadra come la nostra.

E meno male che nelle ultime due gare Donnarumma ci ha messo la sua manona magica perché altrimenti saremmo qui a parlare di due sconfitte. Tuttavia, a proposito di Donnarumma, mi sento in dovere di fare qualche riflessione. Gigio è un grande portiere, e potenzialmente può diventare il miglior numero uno del mondo. Tuttavia, per diventarlo, non può accontentarsi di essere quello che è oggi. Lui ha il dovere morale di lavorare duramente per diventare un portiere completo, rafforzare i suoi punti di forza e migliorare il più possibile i suoi limiti. Rischio di essere insultato se dico che Donnarumma ha dei limiti palesi in alcuni fondamentali? Donnarumma deve assolutamente lavorare sulle uscite alte, perché qui presenta dei limiti evidentissimi. Ogni volta che c’è un calcio d’angolo o una punizione dal lato corto dell’area contro il Milan subentra il panico, il pericolo si percepisce come imminente. Donnarumma non esce, non sfrutta il suo fisico per dominare lo spazio della sua area piccola, non si fida mai della sua presa (punta sempre e solo a ribattere coi pugni). Il gol di ieri sera ne è una chiara dimostrazione (l’ennesima). La sua postura ed suo atteggiamento tradiscono una insicurezza di fondo che non trasmettono certo tranquillità ai suoi compagni.

Non stiamo certamente dicendo che il Milan ieri ha pareggiato per colpa di Donnarumma, nè che si tratti di un problema per questa squadra. Anzi. Ma come lo facciamo per tutti i giocatori, ci sembra opportuno sottolinearne pregi e difetti. Il portiere e di Castellammare deve essere il primo a voler lavorare duramente per diventare il numero uno, non si deve accontentare di quello che ha già, perché deve sfruttare il talento che la natura gli ha messo a disposizione. Avere il numero uno al mondo in porta è il desiderio di ogni tifoso milanista, a lui il compito di diventarlo per davvero.

 

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