terza pagina

 

Immortali e Invincibili

 

Che anni! Infine furono "Meravigliosi", ma prima...

 

Tempo fa mi è capitato di avere tra le mani un vecchio articolo di giornale dedicato al Milan di Ancelotti del dopo Yokohama 2007. In quella occasione si cominciava a definire “I MERAVIGLIOSI” quei giocatori che erano stati protagonisti di tutte le vittorie rossonere (e non sono state poche) del ciclo del grande Carletto.
In occasione del ritiro dal calcio giocato del grande Paolo Maldini, mi capitò di leggere questo titolo: “Si ritira Paolo Maldini, si ammaina la bandiera dell’ultimo degli INVINCIBILI!”. Ma come l’ultimo degli Invincibili? Con Paolo Maldini è stata ammainata la bandiera dell’ultimo degli IMMORTALI!
Specificare please, perché bisogna fare una distinzione tra gli IMMORTALI del Milan e gli INVINCIBILI. Spesso si tende a fare della confusione, ed altrettanto spesso si tende a usare indifferentemente l’appellativo come se fossero alternativi, la stessa cosa, invece non è così.
Per questo è opportuno fare della chiarezza, anche perché questo ci permette di fare un veloce escursus su un pezzo importante della storia del Milan.
Daremo una definizione generale tanto per cominciare.

Sono IMMORTALI quei giocatori che hanno partecipato “da protagonisti” al grande ciclo vincente guidato da Arrigo Sacchi (quello, per intenderci che va dal 1987/88 al 1990/91) e che hanno preso parte anche a quello successivo targato Fabio Capello (dal 1991/92 al 1995/96).

capelloSono da considerarsi INVINCIBILI quei giocatori che hanno partecipato da mattatori al grande ciclo che si è sviluppato durante le cinque stagioni guidate dal tecnico di Pieris. L’appellativo di invincibili quei calciatori se lo sono guadagnato per la grande solidità che contraddistinse le squadre dell’era Capello e che permise a quelle squadre di infrangere, e quindi stabilire, tutti i record di imbattibilità esistenti nel campionato italiano.
E sì, perché gli anni di Don Fabio sono stati soprattutto votati ai successi nazionali!
E’ vero che il Milan di Capello (quello del 1993/94) è stata l’unica squadra italiana (e non solo) ad essere riuscita a mettere a segno il double scudetto-Coppa Campioni, è vero che sotto la guida di Fabio Capello il Milan è riuscito in una delle imprese internazionali più belle della sua storia (la partita del secolo Milan-Barcellona di Atene ’94), ma è innegabile che Capello si sia sempre dimostrato più portato alle vittorie dei “grandi giri a tappe”, come i campionati nazionali, piuttosto che le “grandi classiche di un giorno” come le gare dentro-fuori delle competizioni internazionali.

Tutto il contrario del suo predecessore Arrigo Sacchi, che sulla vittoria di un solo scudetto (quello del 1987/88) ha costruito il “mito mondiale” del suo grande Milan che salì più volte sul tetto d’Europa e del Mondo come il suo presidente gli aveva chiesto.
Il fatto che il Milan del biennio 1988-1990 sia stata proclamata la squadra di club più forte di tutti i tempi la dice lunga sulla grandezza del suo tecnico ma, soprattutto, di coloro “che fecero l’impresa”.
Esaltante, sfrenata, ricca: l’ascesa del Milan di Sacchi non conosce soste in campo internazionale.
Il cammino dei rossoneri, oltre che dalle grandi vittorie di squadra, viene scandito dalla conquista dei Palloni d’Oro: nel 1987 lo vince Ruud Gullit, nei due anni successivi invece tocca a Marco Van Basten.
Tutto ciò che toccano gli olandesi (ai due citati si aggiunge presto Frank Rijkaard) si tramuta in successo. Il Milan di Sacchi, tattica ferrea più talento, esporta il proprio marchio in Europa (con la conquista di due Coppe dei Campioni e due Supercoppe Europee) e nel mondo (con la vittoria di due Coppe Intercontinentali).
Meno bene i rossoneri faranno in campionato, dove collezioneranno 1 scudetto, due secondi ed un terzo posto.
Ma chi erano “questi ragazzi” (come li chiamava l’Arrigo) che portavano in giro per il pianeta il credo calcistico del tecnico di Fusignano?
Giovanni Galli, Mauro Tassotti, Paolo Maldini, Angelo Colombo, Alessandro Billy Costacurta, Franco Baresi, Roberto Donadoni, Frank Raijkaard, Marco Van Basten, Ruud Gullit, Alberigo Evani.
Ad essi si aggiungevano Filippo Galli, Daniele Massaro, Pietro Paolo Virdis (in parte) e Marco Simone. Qualche altro nome si aggiunse nel tempo, ma furono questi 15 calciatori a rappresentare lo zoccolo durissimo di una squadra praticamente perfetta, ammirata ed invidiata nello stesso tempo.
Dopo quattro splendidi ed indimenticabili anni, il logorio mentale e fisico è inesorabile, acuito dalla traumatica eliminazione in Coppa dei Campioni dal Marsiglia nel 1991.
Arrigo si fa da parte con tutti gli onori, e va in Nazionale.

Il Milan decide di affidare la squadra, stanca e stressata, a Fabio Capello.
Il nuovo tecnico fa leva sulla gran voglia di riscatto di un gruppo che in tanti ritengono ormai al capolinea.
Fabio Massimo punge sull’orgoglio i gloriosi trentenni con uno sprone che più o meno suonava così: “Vi danno per finiti, dovete dimostrare che non lo siete!”.
Il tecnico dimostra una grande capacità di gestire lo spogliatoio, punta non solo sulla tattica, ma esalta le qualità individuali.
Rinasce la classe di Marco Van Basten, sboccia il talento di Demetrio Albertini che gradualmente prende il posto di Ancelotti che si ritirerà dal calcio giocato al termine della stagione 1991/92.
capelloIl Milan, fuori dalle coppe per squalifica, domina alla grande il campionato italiano portando a termine il torneo senza neanche la macchia di una sconfitta.
Imbattuto e spettacolare: questo è il Milan di Capello, capace di creare un muro invalicabile davanti a Seba Rossi con la mitica linea a quattro formata da Tassotti-Costacurta-Baresi-Maldini, e nello stesso tempo capace di segnare valanghe di gol. Ma questo è solo l’inizio!
Al nucleo dei “vecchi” si aggiungono stelle di prima grandezza come Boban, Savicevic, Papin, Eranio e Lentini.
Il Milan è una squadra praticamente imbattibile: nel campionato successivo riuscirà a mantenere l’imbattibilità per altre 23 giornate consecutive (la infrangerà un gol del colombiano Tino Asprilla in un Milan-Parma finito 0-1), che sommate a quelle del campionato precedente (34) ed all’ultima del campionato 1990/91 permetterà ai rossoneri di restare imbattuti per 58 partite di campionato consecutive!
Forse qualcuno non si rende bene conto di quello che significa: restare per 58 settimane imbattuti è qualcosa di incredibile! Hai la tangibile e crescente sensazione che nessuno riuscirà a batterti.
Per oltre un anno quei ragazzi riuscirono a far sentire INVINCIBLI anche noi tifosi.
La solidità fu il marchio di fabbrica per tutto il quinquennio firmato Capello. Nella stagione 1993/94 Capello blinda la difesa piazzandogli davanti Marcel Desailly! Il Milan incasserà solo 15 reti in 34 partite di campionato, e Sebastiano Rossi consegue il record di imbattibilità per i portieri di serie A rimanendo imbattuto per 928’: Seba non incasserà gol dal 37’ della 16ma giornata (Milan-Cagliari) al 66’ della 25ma giornata!
Sommando questo record a quello delle partite in cui il Milan di Capello non subì sconfitte, fece nascere ufficialmente il Milan degli INVINCIBILI.
Il simbolo di questi era rappresentato proprio dal lungo portierone romagnolo.

Tuttavia, dato che tra di loro c’erano moltissimi giocatori che avevano avuto il merito di essere i grandi protagonisti anche del grande ciclo precedente, si convenne che era doveroso accentuare il merito che essi avevano conseguito per un decennio intero, e per questo nacquero gli IMMORTALI!
Giusto per fare un esempio: Sebastiano Rossi, Boban, Savicevic ed Albertini (solo per citarne alcuni) fanno parte della schiera degli Invincibili, mentre Tassotti, Maldini, Baresi, Costacurta, Donadoni, Van Basten, Gullit, Rijkaard, Evani, Ancelotti, Massaro, Filippo Galli e Simone sono da considerare, a tutti gli effetti, gli Immortali.
Comunque sia, Immortali o Invincibili che siano, stiamo parlando di “ragazzi” che ci hanno accompagnato per un tratto lungo ed indimenticabile della nostra vita, e che hanno avuto il merito, indistintamente, di farci sentire per oltre un decennio “i tifosi più invidiati del mondo”!

A proposito: ma gli Immortali Maldini e Costacurta, che hanno partecipato anche al Milan ancelottiano dei MERAVIGLIOSI, non dovrebbero meritarsi un altro appellativo per distinguerli dagli altri?
Forse sì! Ed in questo caso, come dovremmo chiamarli? Sbizzarritevi, a voi la parola!

 

banner orizz pubb mdtube

Su questo sito usiamo i cookies, anche di terze parti. Navigandolo accetti.