derby

 

Fine corsa Champions, ma non bisogna mollare!

 

Crescere ancora in solidità e carattere. C'è ancora una finale da giocare

 

 

Il derby del discusso (solo per la data) rinvio ha avuto lo stesso protagonista di quello dell’andata, e cioè Mauro Icardi: capace di trasformare in oro tutto ciò che ha toccato nella partita dell’ottobre scorso (tripletta per lui), capace di sbagliare due gol da zero metri nella partita di ieri sera dopo essersene visto annullare uno dal VAR per un fuorigioco di 10 centimetri. E così termina con un nulla di fatto “lo spareggio” per un posto Champions della prossima stagione, pari che premia la classifica dei nerazzurri (mantenuto il +8 sui rossoneri e ad un solo punto dal terzo posto). Diciamolo subito a scanso di equivoci, nonostante la parata prodigiosa del derby abbia dovuto farla Handanovic, è piaciuta di più l’Inter, squadra in netta ripresa che avrebbe meritato di vincere. Certo, niente di esagerato come sembravano far trasparire le dichiarazioni del post partita dei nerazzurri, ma comunque la sensazione che la squadra di Spalletti avesse un senso tattico migliore del nostro oltre ad una qualità a centrocampo migliore di quello rossonero.

I Franco Ordine del caso si saranno forse convinti (almeno si spera, a meno che non si tratti di malafede) che esiste una differenza enorme tra l’avere in regia Lucas Biglia e non averlo, oltre che per la sua capacità di prendere in mano ed dare equilibrio alla squadra anche per le sue grandi doti di interdizione davanti alla difesa, cosa che ieri è quasi sempre mancata. Unendo l’assenza dell’argentino a quella di Suso e Bonaventura (mai realmente in partita), ne è venuta fuori una gara che ha ancora una volta messo in evidenza il carattere e la determinazione alla lotta della squadra, ma anche la grande fatica dei rossoneri ad arrivare con incisività nell’area di rigore avversaria. Non era semplice ritrovarsi nelle condizioni migliori dopo la delusione della sconfitta di Torino di qualche giorno prima, e comunque dalla doppia sfida (Juve e Inter) viene fuori la netta sensazione della crescita in termini di solidità, prestazioni e mentalità, del nuovo Milan di mister Gattuso, allenatore in grado di restituire tanta dignità ad un Milan che solo un girone fa sembrava una impaurita squadra di provincia. Questo Milan ha bisogno di tre innesti importanti nell’indice titolare della prossima stagione per avvicinarsi ancora di più alle squadre di vertice, e di questo sicuramente Mirabelli e Gattuso staranno già parlando, ma non va trascurato il bel salto di qualità che questa squadra ha compiuto nel passaggio da Montella all’ex tecnico della Primavera rossonera.

Con il mancato successo di ieri svaniscono del tutto le chances di riaprire la lotta Champions per il Milan. Condizione necessaria per farlo era vincere tutti gli scontri diretti a disposizione, altrimenti solo un suicidio degli avversari può rimettere in corsa il Milan a otto giornate dal termine. Tanto più che per farlo i rossoneri dovrebbero sperare di scavalcare due delle avversarie che ci precedono, cosa che poteva essere pensabile con un distacco di 4 o 5 punti, non con uno di 6 o 8. Tutto questo non deve assolutamente far abbassare la guardia alla squadra, c’è da riconquistare comunque un posto in Europa, e c’e da preparare al meglio la finale di Coppa Italia con la Juve. E questo possiamo farlo solo continuando con la stessa ferocia, lo stessa atteggiamento e rimanendo saldamente sul pezzo che ha caratterizzato il Milan di Gattuso da Natale in poi. A Gattuso il grande merito di aver comunque restituito ai suoi tifosi un Milan solido, forte e convinto dei propri mezzi, merito che gli vale giustamente la possibilità di essere nel prossimo futuro il tecnico a cui affidare il definitivo rilancio. Non possiamo prevedere il futuro e cosa succederà, ma comunque sia lui questa possibilità se l’è conquistata col lavoro, il sacrificio e con poche chiacchiere inutili.

 

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