MBuffon

 

Prima Buffon, poi la Nazionale

 

Il portiere della Juventus considera la maglia azzurra un feudo da utilizzare a suo uso e consumo

 

 

A differenza di chi ha una opinione dispreggiativa degli anni che passano, personalmente credo che valutare gli uomini positivamente o negativamente sulla base dell'età anagrafica sia un errore concettuale molto grave. La gioventù non è un merito così come l'essere datati non è certamente un qualcosa di cui vergognarsi.

Nelle ultime settimane la discussione nazionale in tema calcistico riguarda Buffon e la sua non volontà di ritirarsi dal calcio. Personalmente credo che sia libero di fare ciò che crede. Se gli va, può anche continuare a giocare fino a 50 anni. Nessuno può impedirglielo. Tuttavia, in riferimento al suo rapporto con la Nazionale italiana, Buffon sta facendo un grave errore: sta mettendo sè stesso davanti alla maglia azzurra, le sue ambizioni prima del normale e dovuto ricambio generazionale. Il problema è soltanto quello. E' infatti regola consolidata nel mondo del calcio che, raggiunta una certa età, ogni giocatore decida di smettere con il doppio impegno Nazionale/club. Solitamente ciò avviene subito dopo i 30 anni (come è successo a Totti) o comunque entro i 35 anni (come è accaduto a Maldini e Baresi). Cannavaro volle proseguire fino a 37 anni e questo probabilmente è un errore che non rifarebbe più, dato che il Mondiale in Sudafrica del 2010 rappresenta per il centrale azzurro uno dei picchi più bassi della sua straordinaria carriera professionale. Buffon aveva già annunciato urbi et orbi che avrebbe smesso di giocare dopo il Mondiale del 2018. Voleva giocare il quinto mondiale, era un suo obiettivo ma una volta fallita la qualificazione, subito dopo la gara contro la Svezia, disse che la sua avventura con la Nazionale era finita. Adesso che ci ha ripensato, il C.T. pro-tempore della Nazionale è stato quasi costretto a chiamarlo, dichiarando che "il titolare è Gigi".

Ora, Buffon può continuare a giocare a pallone fino a quando vuole, ma è l'unico giocatore che si permette di trattare la maglia azzurra come un feudo personale in cui avere albergo quando lo desidera. Non è così, anzi non è mai stato così. Nel 2004 e nel 2006, sia Trapattoni e sia Lippi provarono a convincere Maldini a tornare in Nazionale. La risposta fu sempre negativa. I grandi campioni, quando prendono una decisione, non tornano indietro. E soprattutto i grandi campioni sanno che la loro ombra ad un certo punto diventa un muro per l'esplosione e la crescita dei giovani nel loro ruolo. Buffon rappresenta una eccezione. Sicuramente non piacevole e soggetta ad inevitabili discussioni. Lui può scegliere di tornare in Nazionale e può sfruttare il momento di crisi federale per anteporre i suoi interessi a quelli azzurri, ossia il far fare esperienza a portieri giovani ma non formati a livello europeo come Perin e Donnarumma. Tutto sull'altare di qualche presenza in più e, magari, con l'idea di poter arrivare agli Europei del 2022 ancora da protagonista. I record in fondo vengono sempre prima della maglia, soprattutto in un paese che lo incensa ad ogni piè sospinto e lo considera esempio da seguire nonostante una carriera macchiata da episodi non sportivi. In Italia, si sa, passa tutto in cavalleria.

 

banner orizz pubb mdtube

Su questo sito usiamo i cookies, anche di terze parti. Navigandolo accetti.