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 Lazio-Milan: Best & Worst

 

 Kalinic: luci e ombre. Quel gol sbagliato pesa, ma non va abbandonato. Romagnoli-Bonucci: un muro. Freddi anche dal dischetto

 

 

Il Milan di Gattuso non si ferma. Battaglia da uomini veri quella di ieri sera all'Olimpico, che ha visto la squadra rossonera qualificarsi alla finale di Roma contro la Juventus dopo 14 rigori e dopo un doppio confronto totalmente alla pari dopo oltre 220 minuti, in cui le squadre si sono equivalse, hanno creato occasioni, ma non le hanno sfruttate. Le più clamorose le ha avute il Milan. All'andata con Calhanoglu, al ritorno con Kalinic e Romagnoli. Ed è forse per questo aspetto che il Milan merita un filo in più la finale rispetto alla Lazio. 

Al momento, senza dubbio, Lazio-Milan è quanto di meglio può proporre il calcio italiano dopo le due capolista Juventus e Napoli. Biancocelesti e rossoneri, potrebbero magari incontrarsi nuovamente in Europa League, dove sono due delle favorite. 

 

Nella gara di ieri, hanno prevalso l'equilibrio e le difese. I migliori tra i rossoneri sono, quindi, proprio i difensori. Bonucci e Romagnoli, su tutti. Come sempre ben protetti da un buonissimo Biglia (impreciso solo nel primo tempo, negativo un po per tutti i rossoneri), i due centrali hanno fatto un'altra gara di livello clamoroso, portando a casa l'ennesimo clean sheet di questa serie di risultati utili. Non solo: gara impreziosita anche dai rigori segnati nella lotteria finale. Di un freddissimo Romagnoli, visibilmente emozionato anche per la sua fede calcistica notoriamente laziale, quello decisivo. 

 

Benino, nel complesso, anche i due terzini. Più Calabria che Rodriguez, che ha sbagliato diversi appoggi oltre al rigore. I due hanno concesso molti, forse troppi, cross ai laziali. Questo dovuto anche ad un apporto non sempre costante in raddoppio di mezze ali ed esterni alti. Gara complicata per le catene Kessiè-Suso e Bonaventura-Calhanoglu, impegnati più nella fase difensiva rispetto a quella di costruzione e proposizione. Potevano essere gestiti, proprio da loro, molto meglio alcuni contropiede che avrebbero evitato la fatica dei supplementari ed il patema dei rigori. Poco male. 

 

Cosi' e cosi' anche Cutrone, autore di un primo tempo disordinato ed impreciso e di una ripresa sulla stessa falsa riga. Gara comunque complicata per lui, con pochi palloni giocabili nelle sue zone. 

Kalinic, invece, tra luci ed ombre. Queste ultime, legate al clamoroso gol sbagliato al minuto 117 pesano e si notano molto di più. Un vero peccato, perchè il corato, che ha stretto i denti giocando su un infortunio, aveva fin li fatto un buonissimo spezzone, facendo salire la squadra ed offrendo sponde interessanti. Serve come il pane, all'ex Fiorentina, di ritrovare il gol che manca dalla disgraziata trasferta di Benevento. Ma Gattuso crede in lui ed apprezza il suo enorme lavoro. Di certo non lo accantonerà. E non devono farlo nemmeno i tifosi. Alla causa sono tutti necessari. 

 

 

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