Raiola

 

Rifiuti eccellenti

Non tutti i calciatori avvicinati da Mino Raiola sono caduti nella sua trappola. C'è chi, nel corso di questi anni, ha gentilmente declinato i suoi "inviti". Vediamo chi sono.

 

 

 

Mino Raiola è un grande procuratore; su questo nessuno credo, potrà affermare il contrario. Ma da grande procuratore qual è, bisogna contrapporre la sua visione del tutto immorale sulla gestione dei propri assistiti, e non solo. Certo, partendo dal presupposto che lui fa prima di tutto, i suopi interessi, attraverso molto spesso delle cessioni "monstre", nelle quali i costi di commissione sono elevatissimi (vedi Pogba), il caso Donnarumma di questi giorni, ci pone davnti un serio problema: ma davvero questo genere di procuratori può tenere sotto scacco società e calciatori? La risposta è, per fortuna, no.

Andando a memoria, infatti, nel passato più o meno recente, ci sono tre casi nei quali giocatori molto importanti hanno deciso di rifiutare i "servizi" del Sig. Raiola, decidendo autonomamente di rimanere nella propria squadra di appartanenza, senza cambiare i rispettivi procuratori. Parlo di Hamsik, Manolas e Verratti. Caso emblematico, a mio parere, e più significativo, è senza ombra di dubbio quello dell'attuale capitano del Napoli. Lo slovacco infatti, prima del suo portafoglio, ha messo davanti la sua felicità personale, e quella della propria famiglia: a Napoli sta bene, ed è il punto di riferimento della squadra ormai da tanti anni; perchè mai dovrebbe cambiare? Per fortuna, c'è chi ancora non ragiona esclusivamente per il guadagno, ma per dei valori umani che ormai, in un mondo come quello del calcio, stanno via via scomparendo. Insomma, per farla breve, Hamsik è rimasto a Napoli, imponendo la sua volontà; alla faccia dei soldi e di Mino Raiola.

Come sopra citato, anche gli esempi di Manolas e Verratti sono significativi, per farvi capire che forse, c'è ancora "speranza". Il giocatore della Roma, lo scorso anno, ha gentilmente declinato i servizi di Raiola, decidendo di rimanere a Roma, e continuando con il suo storico procuratore. Per il difensore nazionale greco, non aveva alcun senso cambaire squadra, visto che la squadra giallorossa puntava, e punta su di lui. Dsicorso analogo, ma più datato per Marco Verratti. La vicenda risale ad Aprile 2013, quando Raiola si accorge delle enormi potenzialità del ragazzo, e cerca di accappararselo, senza risultati. Infatti, poco tempo dopo, Verratti con un comunicato, stronca definitivamente le velleità di Raiola, decidendo di rimanere con il suo strorico procuratore, Donato di Campli.

Insomma, il succo di questo discorso, è uno e uno solo: se si vuole si può. La volontà personale si può ancora mettere davanti a tutto e a tutti. Peccato però che questo discorso ormai, si possa fare in maniera sempre più rara; cosa che invece, dovrebbe essere normale amministrazione.

 

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