Fabio Borini, un giocatore non da Milan

Dare tutto in campo è importante ma non può essere una discriminante valoriale

Quando leggo che Fabio Borini è stato il miglior acquisto del Milan in virtù del rendimento sul campo, inizio a pensare a quanto siano diverse e variegate le opinioni nel calcio. A mio modesto avviso infatti, Borini è un acquisto assolutamente non da Milan e faccio fatica a vederlo persino come un buon giocatore da Serie A. Dico ciò nel massimo rispetto della professionalità del giocatore, ma la mia critica è esclusivamente tecnica. La ragione è la seguente. L'ex Sunderland è una punta flessibile. Può fare il centravanti o l'esterno e la sua duttilità lo ha portato anche a giocare in zone del campo meno nobili. Parliamo tuttavia di un giocatore offensivo ed i giocatori d'attacco, nel mio modo di vedere il calcio, devono determinare. Borini non determina perchè vede pochissimo la porta, non salta l'uomo, non ha giocate illuminanti nè un piede particolarmente nobile negli assist. Non è un giocatore impattante sul piano fisico, non è bravo di testa ed ha un repertorio tecnico assolutamente sotto la media.

Esplose nella stagione 2011-2012 nella Roma, realizzando 9 reti in 24 partite. Da allora non si è mai ripetuto ed ha continuato a giocare da attaccante senza incidere. I gol per lui sono una chimera e fatico a capire l'esigenza di giocare con un attaccante di sacrificio sulla fascia che non ha buoni numeri realizzativi nè in termini di assist. A rigore, avrebbe più senso giocare con un esterno difensivo (Antonelli), quantomeno abile negli inserimenti senza palla in area di rigore, piuttosto che con un giocatore che, come dicono in molti, corre. Rifiuterò sempre l'idea che i giocatori siano buoni perchè corrono e danno tutto. Il sacrificio non può essere una discriminante valoriale. La corsa è solo un prerequisito per giocare a pallone. Se diventa tutto, non sarà lontano il giorno in cui vedremo Usain Bolt calcare un colpo di calcio.