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Fallimento tecnico? Raiola ha ragione

 

 Raiola ha punto sul vivo Mirabelli tirando in mezzo il progetto tecnico del Ds rossonero, fallimentare e deficitario. I fatti danno ragione al procuratore di Donnarumma... 

 

L'attacco di Mino Raiola nei giorni scorsi ha avuto un obiettivo per niente celato: Massimiliano Mirabelli. 

Il procuratore di Donnarumma ha sostenuto che il circo mediatico attorno a Donnarumma fa gioco al Ds rossonero perchè distoglie l'attenzione dal progetto tecnico di Mirabelli fallimentare. 

Ma è davvero cosi' ?

Ad oggi decisamente si, duole dirlo. Ma è altrettanto vero che non è affare di Mino Raiola, che da addetto ai lavori, può e deve disinteressarsene. 

Purtroppo, è bene dirselo, Raiola ha colpito il nervo scoperto di Mirabelli. Il suo progetto tecnico per il nuovo Milan. Deficitario, fallimentare, a tratti imbarazzante per i tifosi del Milan, con l'ennessima sconfitta umiliante arrivata oggi con la terz'ultima in classifica. 

 

Per ora l'esordiente Diesse ha messo a disposizione dei suoi detrattori molte opportunità per attaccarlo. Il rendimento del suo mercato, fin qui, è stato molto al di sotto delle aspettative e delle pretese della proprietà. Sopratutto nei due giocatori scelti e voluti più di altri dall'ex osservatore nerazzurro: Calhanoglu ed Andrè Silva. Gli altri voluti dal direttore, Conti, Kessiè e Rodriguez per ora sono tra l'inguidicabile (Conti) ed il blandamente anonimo (Kessie e Rodriguez). 

I parziali fallimenti di Biglia, Musacchio e Kalinic sono invece da ascrivere più a Vincenzo Montella, che li aveva richiesti a gran voce in estate. 

Calhanoglu-Silva: oltre 60 milioni spesi, per una resa fin qui decisamente insufficiente. Questo, e i risultati globali della squadra, compresa la gestione di alcune situazioni da parte dello stesso DS, fin qui inchiodano Mirabelli alle sue responsabilità. 

 

Purtroppo affidarsi ad un neofita esordiente non ha pagato. E con tutti i problemi, anche finanziari, del Milan, vedere andare in fumo cosi' oltre 230 milioni è qualcosa di inaccettabile. 

 

Ora il dirigente del Milan deve parlare meno, rimboccarsi le maniche e investire tutto da qui a fine stagione per salvare il salvabile e salvare sopratutto la sua posizione. Meno parole, più fatti ed impegno, anche e sopratutto in vista del mercato di Gennaio, dove, pur senza strafare e spendere cifre iperboliche, andrà messa una pezza importante alle pecche lasciate aperte in estate. 

Poi la proprietà giudicherà il suo operato. Quello portato avanti resta un fallimento sportivo tra i più eclatanti e clamorosi. L'impressione è che in estate, oltre ad un allenatore, il Milan dovrà trovare finalmente un dirigente sportivo competente, capace ed esperto, che ora proprio non ha. 

 

 

 

 

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