Hiddink nella sua ultima esperienza con la Nazionale Olandese

 

Hiddink, il nomade con la bacchetta magica

 

L'olandese è uno dei nomi più affascinanti, e più difficili, per sostituire Montella in caso di addio

 

 

 

Soprannominato “Il Mago” dai tempi dell’esperienza con la Nazionale russa, quando condusse l’ “armata” rossa fino alla Semifinale dell’Europeo 2008, Guus Hiddink è senz’altro uno dei nomi che più stuzzicano la fantasia dei tifosi rossoneri come sostituto di Montella. L’allenatore campano siederà sulla panchina rossonera certamente ancora contro Aek e Sassuolo, ma qualora fallisse i due appuntamenti, l’eventualità dell’esonero potrebbe divenire concreta. Se i nomi più probabili sono quelli di Sousa e la soluzione interna Gattuso, Hiddink appare agli occhi dei tifosi rossoneri come la soluzione più affascinante, oltre che la più difficile da attuare.

 Gran parte della sua fama, infatti, Guus Hiddink se l’è guadagnata proprio da traghettatore sulla panchina del Chelsea quando, per ben due volte, ha raccolto la squadra di Abramovich a campionato in corso, portandola persino alle semifinali di Champions ed a vincere l’FA Cup, come avvenuto nel 2009. Con la sua grande esperienza internazionale, dall’alto delle sue 70 primavere e delle 15 esperienze in panchina alla guida di club o Nazional in giro per il Mondo, Guus Hiddink rappresenta l’esperienza fatta persone, il normalizzatore, l’uomo con la bacchetta magica capace di trovare sempre la quadra anche nelle situazioni più intricate. Non è un caso, infatti, che l’allenatore olandese si sia visto intitolare addirittura uno stadio in Corea del Sud, dove è divenuto ero Nazionale dopo aver condotto i sudcoreani fino alla semifinale nel mondiale casalingo del 2002.

 Quindi, possiamo con certezza affermare che Hiddink faccia al caso del Milan, per risollevare le sorti di una stagione che sembrerebbe ormai compromessa? In questi casi si dice che nessuno ha la proverbiale “bacchetta magica”, ma Hiddink, come più volte dimostrato, sembra disporre di qualche dote in più rispetto agli altri allenatori, di una capacità innata di capovolgere situazioni che sembrano ormai disperate. Certo, ci sarebbero le solite incognite, ovvero un nuovo campionato ed una lingua da imparare, non un dettaglio all’età di 70 anni, ma se proprio bisogna cambiare, sarebbe un bel rischio farlo per il Mago.

 

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