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La ricerca dell'equilibrio

 

Due strutturazioni diverse fra fase di possesso e fase di attesa

 

 

La partita di Europa League contro i greci dell'AEK Atene è stato un banco prezioso sul piano tattico per Vincenzo Montella, in quanto gli ha consentito di provare una soluzione diversa.

Il Milan infatti è partito con il consueto 3-5-2 in fase di possesso palla, con Suso e Calhanoglu a fungere da mezzali di costruzione ed assalto, Calabria e Bonaventura esterni e Locatelli play basso.

Le due punte scelte sono state Cutrone ed Andrè Silva che hanno giocato molto vicine cercando di dialogare anche se non con i risultati migliori.

Questa strutturazione di partenza, non appena il Milan perdeva palla e doveva ricollocarsi in fase di non possesso, si adattava su un 4-4-2 classico.

Tale scelta è figlia delle ultime partite in cui il Milan ha sempre preso almeno due gol ed in cui la tenuta difensiva ha denunciato qualche difetto.

In fase di non possesso, il 4-4-2 permette alla squadra di occupare il campo con ordine e consente agli esterni difensivi di non ritrovarsi spesso in uno contro uno, riuscendo ad avere il raddoppio dell'esterno alto.

Indubbiamente, il risultato del campo di Milan-AEK Atene non è stato il migliore possibile, dato che lo 0-0 non era l'obiettivo dichiarato e sperato dalla squadra rossonera.

Tuttavia questo tipo di strutturazione, a mio avviso, ha un futuro nel Milan di Montella perchè è un ottimo compromesso fra due sistemi di gioco diversi. Non a caso il Milan, ai punti, avrebbe meritato la vittoria contro la squadra greca.

Montella si è evidentemente reso conto che la squadra non può rinunciare alle due punte, anche se non perfettamente assortite, in quanto non ha centrocampisti da doppia cifra stagionale.

Ne deriva che, partendo dalla presenza di due attaccanti in campo, l'allenatore milanista deve trovare un equilibrio fra le due fasi di gioco e questo tipo di doppia strutturazione è l'unica capace di garantirlo.

Per tali ragioni, è intuibile come l'obiettivo di Montella sia quello di proseguire sulla strada di questa alchimia tattica, al netto delle critiche ricevute. La ricerca dell'equilibrio di squadra d'altronde, è il presupposto indispensabile per riuscire a dare una identità alla stessa.

 

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