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Lo strano conflitto fra Mirabelli e Montella

 

Esonerare l'allenatore diventa automatico dopo lo screditamento pubblico di giovedì sera

 

 

Massimiliano Mirabelli, direttore sportivo del Milan, dovrebbe farci un enorme favore: esoneri subito Montella.

Non può e non deve fare altro dopo le parole molto pesanti di giovedì sera, poco prima di una gara importante per la squadra. Mirabelli infatti ha completamente delegittimato l'allenatore rossonero. "Ognuno ha il suo tempo" ha detto, condendo tale espressione con riferimenti paradossali degni di un tifoso da bar in ordine alle prestazioni del Milan contro la Roma e la Sampdoria. C'è però una sottile differenza. Il tifoso da bar risponde delle proprie opinioni e delle proprie frasi solo a sè stesso. Il direttore sportivo del Milan non solo ne risponde pubblicamente, ma addirittura condiziona la squadra che percepisce come fra società ed allenatore qualcosa si sia incrinato. Tutto ciò segue alla parossistica gestione della trasferta in terra genovese, con Montella praticamente costretto a mandar via il suo preparatore atletico e, nei fati, depotenziato dal direttore sportivo agli occhi della squadra. E' tutto chiaro dunque, il problema si chiama Vincenzo Montella.

L'esonero è la soluzione che riporterà subito il Milan sulla strada della competitività e del gioco. A Massimiliano Mirabelli e a tutti i detrattori di Montella tuttavia, vorrei fare alcune domande. Premesso che l'allenatore sta commettendo degli errori ed è in confusione (e chi non lo sarebbe dopo essere stato depotenziato tre mesi dopo la firma del rinnovo?), provate voi a mettere giù un undici titolare coerente e privo di criticità. A mio parere, questo Milan può fare solo il 3-5-2 ed il 4-4-2 ma senza picchi di luce perchè comunque lo si mette in campo è una squadra incompleta e con limiti. Forse sarebbe il caso di prendere atto del fatto che questa squadra è gestibile ma non allenabile, che non ci sono giocatori capaci di saltare l'uomo sul lungo e di creare continuativamente la superiorità numerica, che l'arrivo di Calhanoglu è stato un equivoco tecnico, che cedere Kucka e non rimpiazzarlo ha tolto alla squadra l'unico mediano puro che aveva e questo incide parecchio sugli equilibri generali.

E sarebbe anche il caso di fare una valutazione diversa della campagna acquisti, riferita ai valori del campo e non a quelli del portafoglio. A metà ottobre 2015, dopo 4 sconfitte in campionato, il mercato condotto in estate da Adriano Galliani venne giustamente criticato e scorticato vivo perchè i giocatori presi non stavano rendendo secondo le attese. Perchè oggi contestare il mercato viene considerato reato di lesa maestà? A chi scrive non piacciono fazioni, partiti e prese di posizione figlie dell'ideologia. Ragiono solo con la mia testa, con la mia libertà di pensiero e con la logica. Volete la testa dell'allenatore? Bene, fatelo fuori subito. Però non illudetevi che il problema sia Montella che, ad oggi, è l'unico professionista che ha dimostrato qualcosa nella sua carriera, raccogliendo sempre i risultati prefissi a Roma, a Catania, a Firenze, a Genova e con il Milan nella scorsa stagione. Qualcun altro invece è alla prima esperienza da direttore sportivo nella sua carriera e, a mio parere, deve dimostrare molto di più. Perchè il direttore sportivo non si limita a guardare e a prendere giocatori. E' il filo conduttore fra dirigenza e tecnico. Occupa una posizione apicale in cui l'equilibrio e la pacatezza dovrebbe prevalere sull'impeto ed in cui i silenzi dovrebbero essere prevalenti sulle parole. Dovrebbero, per l'appunto.

 

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