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Belotti, Morata, Aubameyang: Perchè scegliere il Gallo?

Il gusto personale in questo caso assume un peso ed un valore. Relativo certamente, ma pur sempre considerevole. Nel parlamento milanista le posizioni sono molteplici e fra appassionati diviene facile dividersi proprio in virtù del gusto personale.

Tuttavia, fra Morata, Belotti ed Aubameyang, il mio personale voto va al centravanti del Torino. Il perché è presto detto.

Credo che il Milan abbia bisogno di una punta d'area di rigore che sappia giocare anche spalle alla porta. È il perfetto identikit di Andrea Belotti. Il numero nove granata, a differenza dello spagnolo e del gabonese, è un numero nove puro. Non atipico ma vero. Morata è un centravanti di manovra mentre Aubameyang è una punta che si esalta quando ci sono spazi. Belotti invece è una punta vecchia maniera. Ha dentro di sé alcuni aspetti del calcio antico, fatto di sacrifico, sudore, abnegazione, passione. Non ruba l'occhio estetico nella corsa o nel tocco di palla, ma impressiona per la potenza e la forza fisica. È un Vieri in miniatura. Lo ricorda nel modo in cui attacca la profondità. Nel gioco spalle alla porta invece ricorda tanto Pierluigi Casiraghi. Qualità di tocco anche nelle giocate di prima. Non piedi dolci, ma educati dalla costanza del lavoro settimanale. Attenzione poi all'aspetto relativo ai movimenti. Attacca il primo palo con una ferocia unica ed ha tempi di attacco magistrali. In area è cattivo e non fa solo gol belli. Ne mette tanti sporchi, facili, di quelli che potrebbero segnare tutti, ma che fanno in pochi perché la cultura della posizione ed il senso del gol non si possono insegnare. O li hai dentro o non li hai.

Ecco il motivo principale per cui al Milan serve Belotti sono proprio i gol sporchi. In una squadra con tanto talento non si può prescindere da un bomber vero. Si rischia di essere belli ma non efficaci. È un rischio che il Milan non può correre.