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Le indimenticabili dimenticate: Milan - Napoli 2-1 93/94

 

Più di 63 mila spettatori quella sera i quali, dopo nemmeno dieci minuti, trattennero il fiato perchè in uno scontro fortuito Pecchia sembra mettere KO Baresi

 

La stagione di santa grazia 1993/94 fu la prima in cui furono introdotti anticipi e posticipi, utilizzati sia per scopi televisivi che per favorire gli impegni internazionali delle squadre impegnate in Coppa Campioni, Coppa Uefa e Coppa delle Coppe.

Quella domenica del 21 novembre 1993 il Milan disputava l'ultima gara della dodicesima giornata d'andata. Tre settimane prima perdendo a Genova contro la Samp dell'ex Gullit aveva perduto anche il primato dopo due anni e spiccioli in cui era sempre stato in testa. Bastarono sette giorni per riprenderselo insieme a una fulgida vittoria nel derby, ma soprattutto insieme al Parma di Scala che appaiava i rossoneri in cima alla serie A.

In quel dodicesimo turno i ducali avevano già riportato nel pomeriggio una rassicurante vittoria per 2-0 a Begamo contro l'Atalanta e, seduti in poltrona, aspettavano di godersi il posticipo gufando pesantemente i rossoneri contro un Napoli che di frecce pericolose ne aveva abbastanza.

I partenopei guidati da Lippi potevano contare su giovani importanti come Ferrara, Cannavaro e Di Canio insieme a mine vaganti come Pecchia, Thern e Fonseca che, seppur con un avvio titubante, potevano comunque farsi valere in campionato. 
La rosa del Milan però era di un'altra categoria: erano i giorni lieti del Milan Capelliano nel suo terzo atto, forse il più bello in fase di vittorie sui fronti internazionali e nazionali, che quella fredda sera schierava Rossi tra i pali, Panucci-Maldini-Baresi-Costacurta in difesa, Albertini-Desailly, Donadoni e Savicevic a centrocampo e l'insolita coppia Simone-Raducioiu la davanti.

Più di 63 mila spettatori quella sera i quali, dopo nemmeno dieci minuti, trattennero il fiato perchè in uno scontro fortuito Pecchia sembra mettere KO Baresi: il Kaiser con una ferita vistosa sopra l'occhio destro non si scompone, si fa bendare e torna a battagliare. Savicevic fa il bello il cattivo tempo, ma nel primo tempo di tiri in porta non se ne vede per larga parte. Thern impegna infatti dopo una mezz'ora abbondante Rossi che si salva in angolo. E' un diavolo che soffre e va sotto proprio nel recupero quando Di Canio scaglia un bolide da fuori area che incoccia nella figura di Pecchia: stop di mano o meno, il napoletano ventenne controlla e fredda Rossi da pochi passi.

Mezza parte d'Italia va a riposo felice, convinta che probabilmente questo campionato si riaprirà: troppi due gol da rimontare ad un Milan che in questa stagione segna con il contagocce e infatti finora ha solo segnato massimo due reti in una partita. Il leit-motiv del primo tempo si conferma anche nella ripresa dato che anche l'ex col dente avvelenatissimo Gambaro prova la sventola da lontano. 
Che il Milan possa perdere punti lo si capisce al 57' quando Bia stende pacchianamente Simone in area, ma per l'arbitro non ci sono gli estremi per il rigore. Si infuria il pubblico che di torti a favore del Napoli in quegli anni ne aveva visti parecchi.

Quel Milan però non era una squadra lamentosa, bensì si comportava da formica, accumulando azioni dopo azioni. Quattro minuti dopo infatti perveniva al pareggio con un'azione orchestrata da Raducioiu e rifinita da un Panucci goleador dopo la pera rifilata all'Inter due settimane prima: stavolta il buon Christian stoppa la sfera, controlla la posizione del portiere Di Fusco e lo fulmina con pallonetto a giro delicatissimo che beffa anche il difensore sulla riga, invano salvatore della patria.

Il Napoli si squaglia, ma resiste fino all'ultimo minuto. Iniziano ad urlare dalle tribune che è finita perchè i napoletani sono sempre ovunque, San Siro compreso. Stavolta nemmeno l'ingresso di Orlando e di Provvidenza Massaro ha potuto far svoltare la gara così i parmensi si avviano a gustarsi un altro wekend da solitari in testa quando, al 90esimo, c'è una punizione dai 25 metri. Sul pallone c'è il solo Albertini, tutti sono in area pronti a precipitarsi su qualsiasi pallone vagante, ma non ce ne sarà bisogno.

Demetrio non ha ancora segnato su punizione in maglia rossonera, ma è pronto a interrompere il suo personale digiuno: colpo delicato, palla che supera la barriera, si abbassa poco dopo e termina la sua corsa sotto l'incrocio dei pali di un Di Fusco che si tuffa solamente per fare presenza. Si esalta tutto l'ambiente rossonero perchè le gare di quel periodo vinte contro il Napoli erano sempre pezzi pregiati da mostrare, ma soprattutto perchè quel Milan non mollava mai. Numerose le vittorie agli sgoccioli delle gare e soprattutto numerose le persone che buttavano il cuore oltre l'ostacolo anche in momenti difficili come questi.

La settimana seguente Parma e Milan impattarono per 0-0 al Tardini. Fu quello l'ultimo acuto gialloblù perchè il Milan capelliano prese il volo conquistando il 14esimo scudetto ad aprile e la quinta coppa dei Campioni circa un mese dopo.

 

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