traino

 

Le pene condonabili

 

La legge è legge, ma spesso...

 

Avete presente quando nel calcio si deve ribattere una rimessa laterale o battere un calcio di punizione nella propria metà campo o comunque in una posizione arretrata, e si cerca di guadagnare più metri possibili? Bene, nel ciclismo la "trainata" è un analogo sotterfugio in teoria punibile, ma che in pratica lo resta a seconda dei casi.
Farsi trainare è il modo più semplice e meno dispendioso per guadagnare metri persi, di cui quasi tutti si accorgono, ma non tutti sempre segnalano e in un certo senso non è tanto sbagliato. Come tutto, oggi è capitato a te ma domani potrebbe capitare a me.

A parte i casi in cui per esempio un gregario che ha compiuto il suo lavoro giornalierio si stacca per arrivare al traguardo con calma anche se potrebbe rimanere con i migliori, nel ciclismo chi rimane attardato lo fa perchè non ha la gamba buona o perchè vittima di qualche caduta, foratura o imprevisto meccanico. Ma la corsa è corsa, e quindi ahimè, chi rimane coinvolto in episodi del genere sa che la gara va avanti sempre e comunque. Sortuna che spesso si trasforma in scusa e per rientrare e recuperare quanto più terreno perso possibile gli sfortunati di turno magari ci mettano un chilometro per afferrare una borraccia dalle mani del direttore sportivo in ammiraglia, piuttosto che sfruttare la scia della stessa per prendere velocità con meno fatica o addirittura proprio agganciarsi all'autovettura. E la direzione di corsa, che comunque non ha tante auto e moto per qunanti sono i corridori, finisce spesso per chiudere un occhio.

Di episodi tali in una corsa ne succedono a ripetizione, e tornando a fare un paragone col calcio, è un pò come per le trattenute sui calci piazzati in area di rigore ed è giusto fare lo stesso ragionamento. Se li punissero tutti ci sarebbero decine di rigori a partita, punteggi tennistici, cartellini come se piovesse e partite sospese per numero di giocatori rimasti insufficiente. Si finisce comprensibilmente per punire solo quelle più clamorose e più decisive.
Idem nel ciclismo, c'è qualche caso "limite" successo tra i professionisti che la maggior parte degli appassionati ricorderanno sicuramente. La trainata di Mark Cavendish al Giro 2011 che gli permise di arrivare entro il tempo massimo, o il "genio" Sepulveda che al Tour 2015 dopo essere caduto approfitta di un passaggio sull'ammiraglia per raggiungere l'altra ammiraglia con la sua bici di scorta che era molto più avanti nella carovana. Guardando in casa nostra ci fu Vincenzo Nibali pizzicato alla Vuelta 2015 mentre si fa trainare dall'ammiraglia per riportarsi sul gruppo di testa dopo una caduta. Tutti episodi a mio avviso giustamente sanzionati con la squalifica del corridore in questione. Quando l'irregolarità finisce per influenzare in maniera determinante l'andamento della corsa non si può non far finta di niente.

 

 

 

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