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Milan, il futuro ti appartiene!

Ah ah ah! E così, direttamente dalla penna di Ivan Zazzaroni, scopriamo oggi che Mino Raiola stavolta non c’entra nulla nella scelta di Gigio Donnarumma di non rinnovare col Milan, che Gigio si è stancato di fare da “arredamento a Milanello” e che ha voluto “abbandonare la sua comfort zone” per andare a vincere qualcosa altrove. Povero Mino, non ha potuto mettere bocca nella scelta del ragazzone che “non è più un bambino” ma, al contrario è “un uomo con due palle enormi”.

A parte che Zazzaroni, da quando ha intrapreso la nuova carriera di ballerino, nel parlare di calcio ha una credibilità ormai pari allo zero, è chiaro che da questa “esclusiva” ricostruzione emergono due elementi: la prima che è cominciata l’opera di appecoronamento degli squallidi media-amici per tentare di riabilitare la figura del procuratore-suino reduce dalla più grande figura di merda della sua carriera; la seconda che, qualora fosse anche vera questa versione dei fatti, Gigio è ancora più stupido e traditore di quello che fino ad oggi noi tifosi milanisti abbiamo pensato.

La terza ipotesi è ancora peggiore delle altre due: e cioè che le cose non stiano veramente così, e quindi Raiola per salvare la sua bella figura stia esponendo Donnarumma ad una figura veramente barbina, cosa che per il classe ‘99 di Castellammare di Stabia sarebbe inaccettabile. Comunque sia, ormai è tempo che noi tifosi milanisti si abbandoni il duo Gigio-Mino al suo triste destino, consapevoli che la dirigenza rossonera abbia compiuto la scelta più sensata e migliore per il futuro dell’Ac Milan. Una scelta che ci fa apprezzare la crescita e la maturità dei nostri dirigenti, capaci negli ultimi 12 mesi di riportare il Milan ai vertici del calcio nazionale, forse anche in anticipo rispetto ai tempi preventivati dal progetto.

L’uscita di scena di Boban e la decisione condivisa di andare avanti col progetto Pioli-Ibra, ha creato una unità di intenti ed una coesione che sono alla base delle scelte e degli ottimi risultati conseguiti dalla squadra, capace di tornare sul podio del campionato di serie A dopo oltre un lustro e di tornare sul palcoscenico europeo più prestigioso. Se a questo ci aggiungiamo una capacità di gestione ottimale da parte della proprietà (e del suo delegato), capace di far coesistere investimenti (comunque onerosi), contenimento dei costi e risultati sportivi, allora ci viene da dire con soddisfazione che oggi il Milan rappresenta una sorta di modello gestionale che ci rende molto ottimisti sul futuro prossimo della nostra squadra.

Il panorama calcistico italiano post-pandemico è abbastanza desolante e preoccupante, con molte (o quasi tutte) delle società più importanti che si trovano a dover fare fronte a bilanci disastrati e, conseguentemente, a dover fare delle scelte che possono anche comportare politiche di ridimensionamento impreviste. Quasi tutte hanno dovuto cambiare la guida tecnica, e non pochi potrebbero essere “i sacrifici” imposti per mettere a posto i conti. In questo scenario la continuità del progetto e la solidità economica e finanziaria del club potrebbero garantire al Milan una rendita di posizione che potrebbe, nel giro di un paio di stagione, metterci in una posizione di vantaggio rispetto alla concorrenza. Insomma, il futuro rischia seriamente di tingersi di rossonero!

 

 

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