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Troppe “chiacchiere” intorno al Milan

 

Basta pettegolezzi e “veline”. Per il bene del Milan bisogna ora remare tutti dalla stessa parte

 

L’addio di Paolo Maldini è stato un fulmine a ciel sereno per tutto l’ambiente Milan. Certo, i rapporti tra una delle più grandi leggende della storia rossonera e la proprietà Made in USA non erano certo idilliaci, come dimostrato – tanto per fare un esempio – dal turbolento rinnovo dello scorso anno, arrivato all’ultimo giorno utile e dopo numerosi botta e risposta nelle trattative. Ma chi si sarebbe aspettato che, il giorno dopo la fine del campionato, arrivasse la decisione di mister RedBird di congedare il direttore dell’area tecnica ed anche il suo fedele braccio destro, il ds Frederic Massara?

 

Adesso fa un certo effetto pensare ad un anno fa, quando Paolo e Gerry si dispensavano a vicenda sorrisi a 32 denti nel giorno del signing di RedBird. O quando Cardinale usava parole al miele per Maldini: “Per me era molto importante conquistarlo. Alla fine abbiamo trascorso tre ore e mezza insieme… è stato fantastico“. Di quella sintonia – vera o di facciata che fosse – non è rimasto più nulla e Cardinale, da businessman navigato qual è, ha confermato la sua abitudine a tracciare i bilanci soltanto alla fine e a valutare i suoi manager in base ai risultati collettivi e individuali. Ed evidentemente ciò che Maldini ha portato al Milan non l’ha soddisfatto.

 


Il riferimento va sicuramente al mercato estivo 2022, che è stato un flop senza possibilità di smentita, con l’unica eccezione di Thiaw. Fra i malumori della proprietà, si è detto in questi giorni, anche un certo disappunto per la mancanza pressoché totale negli ultimi due anni di player trading, ovvero un mercato quasi inesistente in uscita. Divergenze, sempre per sentito dire, anche sul budget da investire, che agli occhi di Maldini appariva evidentemente non sufficiente per fare il salto di qualità richiesto. Un’altra spina parrebbe essere stata l’autonomia in sede di mercato, una libertà che è stata messa nero su bianco nel summenzionato e complicatissimo rinnovo dell’anno scorso, ma che agli occhi della proprietà non ha portato frutti. Insomma, una serie di contrasti di idee e pensiero che hanno portato a quella decisione, inaspettata e senza preavviso per i tifosi.

 

Già, i tifosi. Quelli che, a conti fatti, ci mettono più passione di tutti e che, di conseguenza, soffrono più di tutti. Quegli stessi tifosi che, da cinque giorni a questa parte, stanno venendo bombardati da ogni parte da “veline” e spifferi di ogni genere, e che non stanno mancando di manifestare il proprio malcontento sui social. Indipendentemente da dove sia la ragione o il torto, dal fatto che si “patteggi” per una o per l’altra parte, una cosa è certa: basta con le chiacchiere, basta con i pettegolezzi creati ad arte per mettere in cattiva luce questo o quell’altro. Per il bene del Milan è tempo di remare tutti dalla stessa parte e di mettersi al lavoro in vista di un mercato estivo che sarà fondamentale. I tifosi del Milan, tra i migliori del Mondo, non meritano di vivere un’altra estate di passione.

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