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CDK, tenere o cedere?

 

In mancanza anche di una qualche dichiarazione pubblica (del mister o di qualche dirigente), appare come un vero dilemma il futuro prossimo di Charles De Ketelaere!

 

In mancanza anche di una qualche dichiarazione pubblica (del mister o di qualche dirigente), appare come un vero dilemma il futuro prossimo di Charles De Ketelaere! Dobbiamo ancora puntare su uno degli investimenti più onerosi degli ultimi anni, oppure è il caso di mandarlo via? E se lo mandiamo via, lo cediamo a titolo definitivo oppure proviamo a darlo in prestito a qualcuno che provi a valorizzarlo e ci dica di che pasta è fatto veramente? Siamo di fronte ad una questione spinosa, non c’è che dire. È vero che coi giovani la pazienza va moltiplicata per n volte e bisogna non commettere l’errore di dare dei giudizi troppo affrettati e, di conseguenza, di prendere delle decisioni drastiche ed avventate; anche perchè spesso è capitato di rimpiangere non poco dei calciatori che abbiamo ceduto perchè non ritenuti all’altezza, salvo poi vederli diventare altrove degli ottimi atleti che avrebbero sicuramente fatto al caso nostro. È anche vero che se non avessimo avuto pazienza, giocatori come Tonali o Leao (ed anche lo stesso Kalulu) oggi non sarebbero ciò che sono diventati, vale a dire dei veri e propri pilastri della nostra squadra. Tuttavia per CDK il discorso è diverso, è un pò più complesso. Per almeno un paio di motivi. Il problema principale sta nel fatto che qui non abbiamo mai avuto dei dubbi sulle sue qualità tecniche (che sarebbero potuti anche sorgere visto che non è che abbiamo poi visto molto di lui), ma dei seri dubbi sul suo carattere e sul suo atteggiamento.
 
 
 
Cosa, peraltro, non di poco conto, visto che la testa in un giocatore di calcio (ma in uno sportivo in generale) conta quanto, se non anche di più, le capacità tecniche. Va bene, un giovane ragazzo passa da un mondo (campionato belga) in uno completamente diverso (e più pesante) e quindi ci sta che faccia una grande fatica ad adattarsi (tanto più se in pratica salta anche tutta la preparazione estiva con la sua nuova squadra); ma la cosa sorprendente è che, a parte in qualche spezzone di partita agli inizi, il ragazzo non ha mai avuto dei guizzi, dei sussulti che facessero pensare che si potesse sbloccare. Diciamoci la verità, siamo stati davanti ad un elettroencefalogramma piatto! Ecco, ciò che dovrebbe succedere è che il belga si resetti completamente, si ripresenti a Milanello con un atteggiamento, un carattere, una personalità ed una convinzione completamente nuovi, che gli permetterebbero di immergersi in questa avventura con uno spirito a noi completamente sconosciuto. Solo così forse ci troveremmo di fronte al De Ketelaere che tutti, unanimemente, avevano battezzato la scorsa estate come il grande colpo della dirigenza rossonera.
 
 
Ma Charles sarà in grado di farlo? È questo il grande problema. E poi ancora, sarà in grado di svoltare totalmente in mano allo stesso allenatore che lo scorso anno in pratica lo ha accantonato preferendogli senza indugio altri giocatori? Di fronte ad una analisi lucida della situazione, lo scorso anno credo tutti ci siamo fatti una domanda. Vista la grande tenacia e caparbietà con cui Maldini e Massara lo hanno inseguito per tutta l’estate (a scapito, anche, di altri profili che sarebbero potuti arrivare ed essere utili per la causa), e visto che poi nei fatti il giocatore non si è dimostrato adatto al gioco di Pioli, la domanda è: ma perchè lo abbiamo comprato, pagandolo anche molto, se poi lo staff tecnico non lo vede? È una questione tecnica, di impiego o (appunto) dovuta al carattere? I dubbi su cosa fare del giocatore aumentano dopo che proprio Maldini e Massara sono stati congedati dalla proprietà e Pioli è stato confermato con un rafforzamento, anche, dei compiti.
 
 
Non è facile capire, non è facile decidere. Ci liberiamo del problema CDK, lo battezziamo come un flop e lo mandiamo via, col pericolo di vederlo diventare il crack per cui lo avevamo preso da un’altra parte? Oppure proviamo a ricominciare da capo, dandogli però la giusta fiducia e puntando molto (o tutto) su di lui? Tenerlo tanto per tenerlo non ha senso, se resta con noi dobbiamo fare la precisa scelta di credere in lui e di farlo giocare. Io personalmente opterei per questa ipotesi: proverei a smentire sul campo l’ipotesi che tutti, nessuno escluso, la scorsa estate siamo stati vittima di uno dei più grandi abbagli della nostra storia.
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