Una singolare tradizione
Negli ultimi 20 anni tutte le volte che l'Inter ha battuto il Milan nei derby di mercato, la resa dei giocatori soffiati è stata poi negativa. Con una sola eccezione...
Sembrava del Milan ed invece, nel breve volgere di una giornata, Stefano Sensi si è ritrovato con la maglia nerazzurra addosso.
Da circa 20 anni, storicamente, l'Inter ha un certo successo nel battere il Milan nei derby cosiddetti di mercato, ossia quelli per i quali è testa a testa per un giocatore fra le due milanesi. E tradizione vuole che quasi sempre il sorpasso arrivi dalla sponda nerazzurra, nel momento in cui la parte rossonera è certa di essere vicina all'obiettivo.
Accadde qualcosa di simile nel 2000, quando Francisco Javier Farinos, all'epoca, sembrava l'oggetto del desiderio di mezza Europa. Una grandissima stagione a Valencia era bastata per etichettare Farinos come centrocampista moderno, perfetto nelle due fasi di gioco, imprescindibile per chi voleva puntare ad una ricostruzione immediata.
L'Inter rialzò talmente tanto il prezzo che il Milan, coscientemente, si ritirò dalla corsa.
Se oggi chiedete a molti interisti di Farinos, difficilmente troverete qualcuno entusiasta dello spagnolo, finito nel dimenticatoio dopo nemmeno mezza stagione e protagonista negativo nel famoso derby dello 0-6, quello in cui Cesare Maldini regalò ai milanisti una gioia che non è mai stata ripetuta.
Sette anni dopo, il Milan fresco campione d'Europa si accordò col Cagliari per l'acquisto del centravanti Suazo.
Il giocatore aveva da tempo un accordo con l'Inter ma il Milan, repentinamente, seppe soddisfare le richieste del Cagliari. Alla fine Moratti fu costretto ad alzare la posta e Suazo scelse l'Inter a cui, correttamente, aveva dato la parola fin da principio.
Delle prestazioni del giocatore hoduregno in magli nerazzurra non abbiamo mai sentito parlare.
Finito presto ai margini, dopo poche apparizioni e qualche prestito al Benfica ed al Genoa, Suazo ha chiuso la sua avventura interista col non indimenticabile score di 8 reti in 41 partite. In realtà, all'epoca, l'affare Suazo venne vissuto male dai tifosi rossoneri neocampioni d''Europa in quanto era ancora fresco il ricordo di Ibrahimovic soffiato al Milan nell'estate scorsa.
I rossoneri erano reduci dall'estate di Calciopoli e l'Inter fu lesta a sfruttare le incertezze del Milan che non chiudeva con Ibra in quanto pensava di farlo solo dopo la certezza della qualificazione alla Champions League.
Quello di Ibra, ad oggi, rappresenta l'unico giocatore soffiato dall'Inter al Milan negli ultimi 20 anni che, oggettivamente, è stato determinante per le sorti nerazzurre.
Venne poi il turbo di Kondogbia. Era l'estate del 2015 ed entrambe le milanesi erano molto interessate al giocatore del Monaco, reduce da una bella stagione con la squadra francese. Il derby di mercato fu accesissimo con un albergo di Montecarlo a far da scenario ai continui rialzi.
Da un lato Fassone ed Ausilio consapevoli di dover accontentare a tutti i costi Mancini (che, in caso di mancato arrivo del giocatore, aveva minacciato le dimissioni), dall'altro Galliani e Nelio Lucas determinati a portare in rossonero uno dei giocatori più promettenti del panorama mondiale.
Fu vincente l'ultimo rilancio dell'Inter, cui il Milan scelse di non replicare.
Quel derby di mercato ebbe proporzioni notevoli ed i suoi effetti mediatici furono terribili per il Milan. I tifosi dell'Inter accolsero il ragazzo intonando il coro "che ci frega di Pogba, noi abbiamo Kondogbia".
A ripensarci oggi, dopo l'esperienza da ectoplasma in maglia nerazzurra del giocatore, il sorriso diventa inevitabile.
Insomma la storia ventennale dei derby di mercato sorride all'Inter, ma la resa sul campo dei giocatori strappati al Milan a suon di milioni non è quasi mai stata buona, semmai estremamente deludente (Ibra a parte).
Saprà Stefano Sensi smentire questa tradizione?
