giampaolo

 

E' la storia che lo dice

 

Se sarà Giampaolo, allenatore pronto al salto di qualità, sarà perfettamente in linea con la tradizione rossonera

 

Non sempre ciò che diamo per scontato è effettivamente incontestabile. Tale assunto ha una validità assoluta per tutti coloro che non credono nelle idee fisse e nelle certezze prive di contestazioni. Ha pregnanza ancor maggiore nel calcio, dove quasi mai è possibile vivere di sentenze inappellabili, cristallizzate e passate in giudicato. Se pensiamo infatti che ancor oggi qualcuno contesta il genio calcistico di Leo Messi (vincitore di 4 Champions League e di ben 5 palloni d’oro) sulla base di una presunta mancanza di personalità, abbiamo lo spaccato perfetto del concetto di opinabilità come idea preminentemente albergante nelle discussioni sul calcio.

Anche la panchina del Milan non sfugge al continuo inseguirsi di opinioni che si alternano nel calcio. La scelta di Marco Giampaolo, com’era logico che fosse, non ha trovato totale unanimità di consensi. Troppo grande il punto interrogativo sul carattere dell’allenatore di Giulianova; troppo marcato l’asterisco ideale sulla carriera di Giampaolo che, a 52 anni, non ha mai allenato squadre di vertice. Il triennio di Genova sponda Sampdoria, in questi ultimi anni, è stato senza ombra di dubbio il punto più alto della carriera del nuovo allenatore del Milan. I dubbi pertanto sono leciti ed hanno una loro base, ma non possono non andare incontro ad una obiezione sensata e dovuta, in quanto figlia della storia rossonera.

Spesso sentiamo i tifosi milanisti ripetere una serie di mantra quasi incontestabili, recitati a menadito come quelle preghiere che vengono rivolte a cantilena nelle chiesette più antiche dei paesini di provincia. “ Per ripartire il Milan deve prendere un allenatore che ha già vinto”. “La validità di un progetto la certifica la scelta dell’allenatore” “Senza un tecnico di alto livello il Milan non tornerà mai competitivo”. Opinioni, senza dubbio, e come tali doverose di rispetto e di opportuna considerazione. C’è tuttavia qualcosa che non torna perché questo tipo di approccio ideologico-argomentativo è antitetico alla storia del Milan. Molti probabilmente rimarranno sorpresi da questo, ma vi invitiamo a prendere la lista degli allenatori che, nel corso dei 120 anni di storia del club, hanno vinto qualcosa a livello di titoli con il Milan.

Se la esaminate con attenzione, noterete che sono in totale 19 allenatori. Di questi ce n’è solo uno che ha già vinto qualcosa come allenatore prima di arrivare al Milan. Si tratta dell’ungherese Lajos Czeizler, incredibile personaggio della storia del calcio che, antecedentemente al suo approdo in rossonero, aveva già conquistato 5 campionati svedesi alla guida dell’IFK Norrköping. Tolto Czeizler, mai nessun allenatore aveva vinto qualcosa prima di allenare il Milan. Non era capitato ad Arrigo Sacchi che non era mai andato oltre la Serie B in carriera prima di arrivare a Milanello; non era accaduto a Fabio Capello che era visto più come un manager che come un allenatore. E, finanche, era vergine di trofei persino Nereo Rocco che aveva comunque conquistato due podi in campionato con la Triestina ed il Padova, risultati che non hanno valore come titoli vinti ma che, sul piano sportivo, non possono non passare come risultati eccezionali.

Insomma la storia del Milan ci dice che la regola aurea della casa rossonera, prevede che il Milan debba scegliere sempre allenatori pronti al salto di qualità per provare a vincere o, comunque, a tornare competitivo. Lajos Czeizler, con lo scudetto e la Coppa Latina conquistati nella stagione 1950-1951, continua ad essere la perfetta eccezione a questa regola che, forse inconsciamente, ha guidato Paolo Maldini nella scelta del nuovo allenatore.

Non sappiamo se Marco Giampaolo diventerà un giorno il ventesimo allenatore della storia del Milan capace di riuscire a vincere qualcosa in rossonero. Siamo però certi del fatto che la sua scelta è perfettamente in linea con la tradizione ultracentenaria del club di via Aldo Rossi. Non è e non può essere una certezza assoluta, ma è senza dubbio un discreto punto di partenza.

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