Probabilmente no. il rapporto ormai tra la Dirigenza del Milan composta da Maldini e Massara è la proprietà era ai minimi storici. Questo rapporto teso si percepiva già dall’anno scorso quando Maldini e Massara, in fase di passaggio di proprietà da Elliot a Redbird, non erano convinti di rinnovare. Da quel momento il rapporto è stato sempre in salita e mai in discesa. Ma quali sono stati i punti di disaccordo?

 

Maldini chiedeva autonomia in fase di mercato, cosa che gli è stata garantita per la stagione 2022/2023, ma non ha portato ai risultati sperati. Oltre al mercato che non ha portato i giusti risultati, alla proprietà non sono andate giù le continue bordate lanciate dal Paolo per gli investimenti. Le ulteriori colpe che si addossano a Maldini sono quelle di non aver interagito con il capo scout, Geoffrey Moncada, che ha proposto giocatori giovani e di belle speranze come Kolo Muani ed Enzo Fernandez, senza che però il duo Maldini e Massara decidessero di affondare il colpo sui due. Tenendo conto di tutte queste criticità, rimanere insieme, sarebbe stato impossibile, sarebbe stato deleterio per Maldini, la dirigenza e i tifosi. Avremmo continuato a vedere delle frecciatine tra dirigenza e proprietà senza la prerogativa più importante per una squadra: unione di intenti.

 

L’unione di intenti tra Maldini e le due proprietà - Elliot e Red Bird -, c’è stata un sola volta, nella stagione 2021/2021, dove il Milan ha vinto lo scudetto. Nelle altre stagioni ci sono sempre state discussioni tra questioni budget, mister e garanzie sul mercato.
La perdita di Maldini sicuramente ha lasciato e lascerà un grosso dispiacere e timore tra tifosi e i giocatori, soprattutto quelli che lo hanno visto come un padre, come Theo Hernandez e Tonali, ma il remare verso un’unica direzione è troppo importante per una squadra per raggiungere gli obiettivi che si prefiggono a inizio stagione. Stiamo vicini alla squadra e solo a fine anno potremo dare un giudizio sull’operato di Furlani e Moncada.