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Le ragioni di una scelta

 

 Cosa c'è dietro la scelta di allontanare Paolo Maldini dal Milan ? Più che i disastrosi mercati, c'è una mancanza di visione comune e progettualità. Chi paga 1 miliardo per acquistare una società non si fa dettare la linea da una bandiera

 

 Per Gerry Cardinale non deve essere stata una scelta semplice. Da imprenditore scafato e navigato quale è, sa bene il rischio che si è assunto. C'è chi in queste ore lo dipinge come uno sprovveduto, che non conosce la storia del Milan, che non sa chi sia Maldini e altre amenità del genere. La realtà è che le grandi aziende non si portano avanti con la storia, il blasone, i ricordi. Serve visione comune, compattezza e professionalità. Tutte cose che Gerry Cardinale non ravvisava più nel rapporto con Paolo Maldini. L'allontanamento è quindi una naturale e giusta conseguenza, che arriva forse con un anno di ritardo. 

Gli stessi problemi si erano palesati un anno fa, ma allora Redbird era arrivata da poco, non aveva radici in società, non aveva un AD espresso, voleva andare coi piedi di piombo. Si è dunque scesi a compromessi e a patti con Maldini. Si è trovato un accordo a metà strada, si è rinnovato il contratto e si è andati avanti cosi, per il bene del Milan. 

Ora inizia la fase 2 dell'isendiamento di Redbird nel Milan. Chi non è allineato, anche se a malincuore, deve farsi da parte. Chi spende quasi 1 miliardo per comprare una società non si fa poi dettare ritmi, investimenti e modus operandi da altri. Redbird ha un progetto, una visione e una via che vuole a tutti i costi perseguire. Ed è giusto che lo faccia con chi rema dalla propria parte con piena condivisione. 

 

Da parte sua, Maldini, voleva saltare step, accelerare la crescita, fare il passo più lungo della gamba. Voleva più rischi ed esborsi. Voleva poter decidere autonomamente la linea. E questo, il club, non poteva permetterlo. Proprio ora che il Milan ha iniziato con costrutto quel percorso di totale risanamento economico combinato alla competitività sportiva. Si, perchè non dimentichiamoci mai che Milan hanno salvato prima Elliot e poi Redbird. Solo 4 anni fa il Milan perdeva 200 milioni e non aveva i soldi per iscriversi al campionato. Ora è reduce da un campionato vinto e da un bilancio in utile, cosa più unica che rara nell'ultimo ventennio rossonero. 

Il tutto è avvenuto, si, con le scelte sportive di Maldini e del suo gruppo. E' avvenuto, si, per le intuizioni ed il buon lavoro di Stefano Pioli. Ma tutto è avvenuto dentro una cornice, dentro a paletti ben precisi. Dentro a linee guida e dettami precisi. Quelli delle due proprietà che si sono alternate e che in comune hanno avuto ed hanno la sostenibilità del club come punto focale, unito ad una continua crescita sportiva. 

Chi parla di budget risicati dimentica che da quando Maldini è entrato in dirigenza, il Milan ha messo a disposizione 250 milioni di euro per acquisti di cartellini sul mercato, a fronte di pochissime e poco redditizie cessioni. Un ammontare che quasi nessun altro club in Italia ha avuto nello stesso periodo. 

Si potrebbe poi discutere di come questi soldi sono stati spesi e di quali scelte siano state fatte, da Giampaolo, passando per gli addii a zero di giocatori top, gli arrivi di Mandzukic e Origi, la discutibile scelta di non acquistare giocatori per la fascia destra, la scelta di non sostituire Kessiè, finendo alla questione De Ketelaere. Ma non è questo il tema. Maldini non va via per gli ultimi due pessimi mercati, ma per una mancanza di visione e strategia comune per il futuro, che troppo spesso è stata sbandierata pubblicamente, con il tentativo di tirare per la giacchetta la proprietà facendo peso sul nome e sul blasone di chi queste richieste le faceva. 

Ora c'è da pensare e programmare il futuro. Servirà qualche tempo per far partire la macchina, ma dal punto di vista dirigenziale e sportivo il pool che ha in mente Redbird promette di poter operare molto bene nel mercato calciatori. 

Il vero tema su cui Cardinale e i suoi dovranno ragionare è quello della gestione della squadra durante la stagioni. Giusto dare più responsabilità e poteri a "coach" Pioli, ma lasciarlo solo sarebbe un errore gravissimo. Il gruppo è compatto e lo segue. Ma urge come non mai una figura di collegamento e raccordo, che nel team di lavoro scelto da Cardinale sembra terribilmente mancare. Nel mentre, è giusto e sacrosanto che i giocatori esprimano la loro tristezza ed il loro attaccamento a Paolo Maldini. Giusto e normale sia cosi. Non è uno schierarsi, non è prendere una parte. E' un doveroso e sentito ringraziamento. Perchè parti e schieramenti non devono esistere. Visione comune, unità di intenti e progetto. Queste le parole d'ordine della fase 2 del Milan di Redbird. 

 

 

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