Evidentemente, insieme al lavoro sui riscatto di Florenzi e Messias, è la riprova che lo staff tecnico guidato dal duo Maldini/Massara è in piena e regolare attività, anche se ancora non è arrivato il fatidico annuncio del rinnovo contrattuale che oramai tutti danno per scontato. In realtà, se proprio volessimo analizzare la situazione dal punto di vista formale, queste attività Maldini e Massara dovrebbero svolgerle anche se non fosse previsto il loro rinnovo contrattuale, dal momento che comunque fino al 30 giugno sono sotto contratto e sono, quindi, chiamati a svolgere regolarmente il proprio lavoro. In realtà sappiamo già che il duo resterà al suo posto, e da quanto trapela, sembra anche che per il futuro Maldini abbia ottenuto maggiori compiti e maggiore autonomia rispetto a quanta ne avesse in passato, poiché, oltre ai propri compiti, dovrebbe assumerne qualcuno che fino ad oggi era di pertinenza dell’attuale AD, Ivan Gazidis. Non sappiamo se la voce sia fondata e non abbiamo nessun insider a sostegno di questa tesi, ma ripensando ad un intervista del presidente Scaroni di qualche giorno fa, è presumibile che l’attuale AD rimarrà in carica solo fino alla scadenza naturale del suo contratto, vale a dire a novembre 2022.

 

Onestamente credo che dal punto di vista della gestione del club la perdita di Gazidis sarà grave almeno quanto lo sarebbe stato quella di Paolo, perché si tratta di un manager preparato e competente, che ha fatto moltissimo per la crescita, economica e sportiva, del nostro club. Non so quali potrebbero essere i motivi del suo addio (e forse non poco pesano le vicissitudini legate al suo stato di salute), ma l’augurio è che chi lo sostituirà sia all’altezza del suo capace ed ingombrante predecessore. La cosa importante per il futuro dell’AC Milan è che tutte le componenti siano affiatate, rispettose di compiti e ruoli, e che remino tutte nella stessa direzione, quella per far proseguire il processo di crescita di questa società cominciato due anni fa. Se anche Gazidis e Paolo Maldini avevano avuto delle divergenze fino a qualche tempo fa, a partire dalla serata di Reggio Emilia, in cui venne confermato Pioli (e di conseguenza Zlatan) ed accantonato il progetto Rangnick, l’unione di intenti, seppur con qualche passo indietro delle parti, ha permesso al Milan di crescere come società e di centrare, forse anche in anticipo sui tempi, la vittoria del diciannovesimo scudetto.

 

Non abbiamo bisogno, mai più, di dualismi e di lotte intestine, perché l’unico a rimetterci sarebbe proprio il Milan, inteso come società e come squadra. Attendiamo, quindi, che le cose vadano al loro posto, che Maldini e Massara abbiano il loro meritato rinnovo, e che tutti ci si concentri sulla nascita del nuovo Milan che avrà il compito di difendere il titolo appena conquistato e di tornare ad essere protagonista anche in campo europeo (dobbiamo porci come traguardo minimo il passaggio del girone). Le recenti esperienze ed il modo di operare di questa dirigenza, fanno pensare che nessun colpo sia stato perso per questa presunta situazione di stallo societario, ma semplicemente per le regolari dinamiche del calciomercato (dove chi offre cifre molto superiori alle tue è destinato a prevalere sull’acquisto di un calciatore). Maldini, Massara e Moncada alla fine consegneranno a Pioli un Milan più forte di quello dello scorso campionato, questo è poco ma sicuro