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Il momento della stabilità

 

Il Milan ha bisogno di una continuità dirigenziale e tecnica, senza la quale è difficile costruire il futuro

Nel corso di questa settimana verranno ufficializzate le nomine del nuovo direttore sportivo del Milan, Fredric Massara, del nuovo allenatore che sarà Marco Giampaolo e dell'intero suo staff tecnico.

Il Milan, insomma, completa la sua ristrutturazione dirigenziale e tecnica dopo che, nella scorsa settimana, erano stati ufficializzati i ruoli di Zvone Boban come CFO e Paolo Maldini come DT.

L'augurio che gli innamorati del Milan possono fare alla squadra rossonera è che questo management e questo staff tecnico possano avere alcuni anni per lavorare e per mettere a frutto le proprie esperienze.

Se ci sono due cose che, infatti, sono mancate al Milan negli ultimi anni sono proprio la stabilità societaria e la stabilità in panchina.

Dopo quasi 30 anni in cui i milanisti sapevano a memoria la compagine dirigenziale del club (Berlusconi, Galliani, Braida e Ramaccioni) ci sono stati gli ultimi 4 anni in cui il club ha avuto 4 dirigenze diverse.

Se si riavvolge il nastro, nell'estate 2015 c'era ancora la vecchia dirigenza, nell'estate 2016 invece vi fu la cogestione fra Galliani e Gancinkoff, mentre nell'estate 2017 fu il turno di Fassone e Mirabelli.

Infine nell'estate scorsa ci fu la gestione emergenziale portata avanti da Leonardo con un mercato improvvisato, figlio delle occasioni e delle possibilità del momento (erano solo 3 se settimane disponibili per fare mercato).

Non è andata meglio con gli allenatori. Il declino berlusconiano è iniziato quando, dal post Allegri, il Milan non è riuscito a dare continuità tecnica alla squadra.

Dal gennaio del 2014 al maggio del 2019 sono ben 7 gli allenatori che si sono seduti sulla panchina del club, senza però ottenere grandissimi risultati, fatta eccezione per la Supercoppa italiana conquistata a Doha.

Senza stabilità pertanto, pensare di ottenere risultati è soltanto una chimera. I cambi repentini portano soltanto confusione e incertezza.

I dirigenti devono avere il tempo di prendere le misura del club che amministrano, mentre lo staff tecnico e l'allenatore devono poter implementare il proprio lavoro senza la scure incombente di un possibile esonero.

Le società serie d'altronde, quelle che costruiscono ed edificano sono sempre quelle che danno continuità ai loro progetti e fiducia totale agli uomini che scelgono.

Se il Milan vuole tornare ad essere competitivo e, magari, vincente, deve augurarsi che nel 2022 ci siano ancora Gazidis, Boban, Maldini, Massara e Giampaolo. Non si crea sistema con le magie, ma con una solida stabilità.

 

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