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Nessun dramma: ecco perchè

 

Le estati che iniziano "Senza"... Il 2009 dopo Kakà e il 2012 dopo Ibra-Thiago...

 

La nostra estate 2021 è iniziata "senza" Donnarumma e Calhanoglu e poi abbiamo vinto lo Scudetto. La nostra estate 2022 è iniziata "senza" Kessie e siamo arrivati in semifinale di Champions League dopo 16 anni. La nostra estate 2023 è iniziata "senza" Tonali e Brahim Diaz. Possiamo ancora farcela e ce la faremo. Ma c'è una differenza. Che non è economica, che non è tecnica, che non è di mercato. Ma di cuore, di amore allo stato puro. Noi eravamo e siamo innamorati della luce negli occhi di Sandro. Lui era noi e noi eravamo lui. Comunque vadano le stagioni, ci specchieremo e ci riconosceremo in lui. Questo era il nostro punto di forza, di equilibrio, di genere. Ora che Sandro non c'è più (torna quando vuoi a San Siro a trovarci se e quando possibile nelle pause della tua stagione Sandro, scoprirai che il nostro amore per te non cambierà mai), non si apre solo una questione di prospettiva e di progetto tecnico, ma emotiva e sentimentale. Il primo punto è che il nostro mercato e la nostra costruzione della squadra dovranno avere l'energia, la credibilità e la determinazione giuste per riattaccare i cocci della magia dei 70mila ad ogni partita, per riannodare i fili della fiumana infinita dello Scudetto in piazza Duomo. Dovremo dimostrare, di fronte alla carne viva e sanguinolenta dei nostri tifosi, di saper comunque costruire la squadra bella, generosa, solidale, partita che abbiamo avuto in questi anni. Con una sola piccola aggiunta. L'estate 2022 era iniziata senza Leao ("Prima o poi se ne va"...era il percepito di un anno fa) e l'estate 2023 è iniziata con Leao. Rinnovare e di fatto riacquisire un giocatore, è già mercato anche quello.

 

Detto questo veniamo a noi. Alla società ciò che compete alla società. A noi quello che dobbiamo dirci oggi. So perfettamente che la botta è ancora calda e che siamo ancora tutti un pò rintronati, so bene che potrei apparire cinico, ma preferisco dire, subito, forte e chiaro, quello che "in quelle estati" non avevo gli elementi, lo spirito e l'esperienza per dire. E cioè: non so come andrà e come si svilupperà il nostro mercato, ma se alla fine dell'estate il lavoro dei dirigenti ci consentirà di sentirci forti e competitivi, allora via quella lacrima. Via quella depressione. Fin da subito, al pronti-via. Perchè altrimenti partire subito male e negativi poi ci costa caro, ci costa punti, magari a favore di chi vuol vincere la seconda stella prima di noi. "Quelle estati" cui mi riferisco adesso non sono le ultime scorse, ma l'estate del 2009 subito dopo la cessione di Kakà e l'estate del 2012 subito dopo la cessione di Ibra e Thiago Silva. In quelle estati si generò un clima negativo, sfiduciato, avvitato, che la squadra avvertiva e che i giocatori rimasti hanno pagato a inizio stagione. Ma la squadra non era così scarsa e così debole come si pensava nella devastazione emotiva di quelle estati. E se noi l'avessimo circondata subito d'entusiasmo, invece di piangerci addosso, chissà, la dico grossa, magari oggi avremmo anche uno Scudetto in più. Lasciamo parlare i numeri. Il primo Milan post Kakà appena passato al Real Madrid, sembrava una larva, una strana e irricevibile creatura. Kakà non venne nemmeno sostituito, visto che al suo posto venne promosso Ronaldinho. Scetticismo, fischi e negatività a palate. Risultati delle prime 7 giornate del 2009-10: 9 punti, poco più di uno a partita, colonna di destra della classifica. Ma quella, anche senza Kakà, era una squadra forte, tanto che, nel punto più basso del suo inizio di stagione circondato da sfiducia e disamore, l'intervallo di Milan-Roma ottobre 2009 con i giallorossi avanti 1-0, si ritrovò e fece 50 punti in 22 partite, media nettamente al di sopra dei 2 punti a partita, un punto solo di distacco dalla capolista. Poi venimmo fermati dagli infortuni di Nesta e Pato a metà marzo 2010, più che dalla cessione di Ricky. Con i se non si va da nessuna parte, ma se quella squadra l'avessimo trascinata e sostenuta fin da subito chissà...Stesso discorso nel 2012-13, dopo l'estate 2012 delle grandi cessioni e dei grandi addii: 7 punti nelle prime 8 partite, 50 punti in 22 partite nel periodo successivo al 3-2 subìto in casa della Lazio Anche in quel caso...Ergo, stiamo addosso al mercato e al progetto. E se, come spero, a fine agosto, saremo forti, pronti e coperti in tutti i ruoli, allora dovremo essere capaci di esserci fin da subito. Tutti, nessuno escluso, perché il popolo rossonero è sempre il protagonista principale. Ma soprattutto perché, è proprio questo che può fare la differenza. E cambiarci la vita.

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