cardinale

 

La rivoluzione di Cardinale

 

Il Milan è entrato di fatto in una nuova era, quella del player trading. Non ci sono più incedibili e tutti i calciatori sono asset da cui trarre guadagno

 

Al peggio non c’è mai fine. E’ proprio il caso di dirlo, il tifoso del Milan rischia di vivere un’estate da incubo. La qualificazione in Champions League, strappata alla fine, grazie soprattutto alla penalizzazione della Juve, aveva fatto pensare che, finalmente, dopo anni complicati, sarebbe stata l’estate giusta per fare le cose per bene. Niente cambi di proprietà, niente rinnovi di dirigenti, nulla di nulla. E invece è successo ancora e stavolta è stato un terremoto, che non ha ancora piazzato i suoi ultimi colpi di assestamento.

 

Giugno era iniziato davvero bene, in realtà, con la firma di Rafael Leao, che sembrava presagire un futuro nuovo per il Milan. D’altronde le fondamenta erano state gettate con tutti i giocatori più importanti letteralmente blindati da contratti lunghi. Il tifoso sognava e ragionava senza fare troppi voli pindarici, consapevole che il Milan è cambiato ormai da qualche anno: con tre acquisti di alto livello, un esterno destro, una punta e un centrocampista, il Diavolo sarebbe potuto tornare a competere per lo Scudetto e alzare l’asticella. In sintesi, d’altronde, era proprio questo che chiedeva Paolo Maldini.

 

Sembrava davvero tutto molto semplice, anche perché i conti del Diavolo erano/sono in ordine e ben diversi da quelli della concorrenza. Tutto così facile da non sembrare vero e infatti il sogno di un’estate tranquilla è durato davvero pochi giorni.

 

Prima l’addio a Paolo Maldini e Frederic Massara, che in pochi hanno davvero capito, poi quello di uno dei giocatori più amati. Nessuna resistenza. Fatto il prezzo, Tonali ha fatto le valigie e salutato tutti.

 

Il Milan ha così prima perso l’anima e poi ha cancellato la sua storia: sì perché il player trading, con giocatori così giovani, non ha mai fatto parte del tutto del mondo rossonero. Kaka o Sheva, ad esempio, avevano lasciato il Milan facendo piangere i tifosi ma quando avevano già dato tutto. Le cessioni di Ibra e Thiago Silva, invece, rappresentavano più il declino dell’era berlusconiana che un modo nuovo di pensare calcio.

 

Niente sentimenti, ma solo business. I giocatori sono solo asset, con i quali fare soldi, con i quali fare plusvalenze. Non può certo essere questa la strada per tornare sul tetto del Mondo (perché il tifoso rossonero in cuor suo, con Maldini alla guida ci credeva). Il Milan un tempo era in competizione con il Real Madrid, che di certo non sta adottando questa politica.

 

Aspettiamoci, dunque, nuovi acquisti di giocatori (anche forti), che riescano a mantenere il Milan a buoni livelli. Che permettano al club di raggiungere l’obiettivo minimo e massimo allo stesso tempo: il quarto posto. Aspettiamoci giovani da prendere a prezzi bassi (meglio se a parametro zero) così da veder crescere il loro valore e incassare il più possibile da una loro cessione. Aspettiamoci nuovi addii importanti, con Theo Hernandez e Mike Maignan primi nomi sulla lista. Il mondo del player trading rossonero è iniziato.

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