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Milan-Chelsea, quanti affari

 

Lo statunitense potrebbe essere solo l'ultima di una lunga serie di trattative tra i due club: da Sheva per 40 milioni a Essien e Van Ginkel, passando per Dalla Bona e Greaves

 

Il traffico si è intensificato negli ultimi anni. Milano-Londra, Milan-Chelsea. Una tratta da sempre frequentata quando si tratta di mercato. Christian Pulisic potrebbe essere l’ultimo, ma il primo è stato Jimmy Greaves. Una partenza non male, con il bomber più prolifico nella storia della First Division campione del mondo con l’Inghilterra nel 1966 . Il Diavolo lo portò in Italia nel 1961 e con la maglia rossonera realizzò 9 gol in 10 partite di campionato, ma un battibecco con Nereo Rocco lo spinse al ritorno in Inghilterra dopo una sola stagione, al Tottenham.

"Golden boy". I londinesi si assicurarono il centrocampista dall’Atalanta, e dopo un paio di ottime stagioni il Milan decise di puntare su di lui. "Ranieri aveva cambiato la mia storia al Chelsea. Mi faceva giocare tanto e si parlava di rinnovo del contratto", il suo racconto in un’intervista a Sportweek. "Mi volevano tutti bene e il mister, quando arrivò l’offerta del Milan, cercò di farmi capire che ormai la mia carriera era improntata a quello stile di calcio e di vita, diverso rispetto all’Italia. Ma non riuscii a dire di no". In rossonero passò la stagione 2002/03, chiusa con 16 presenze e un gol contro il Chievo in Coppa Italia. In bacheca proprio la coppa nazionale e la Champions.

 

Percorso inverso per un pezzo di storia rossonera, piena zeppa di trofei tra il 1999 e il 2006. Dagli scudetti alla Champions vinta a Manchester con tanto di rigore decisivo contro la Juve, passando per il Pallone d’Oro. Nel 2006, Shevchenko accettò il corteggiamento del Chelsea e il Milan incassò circa 40 milioni dalla sua cessione. A Stamford Bridge non andò benissimo: 9 gol in due stagioni,prima del ritorno in prestito alla base nell’annata 2008/09 (con una rete in Coppa Italia e una in Coppa Uefa). E' il secondo marcatore all time del Diavolo, con 175 centri in 322 partite, dietro a Nordahl (221).

 

Una buona annata in prestito con i rossoneri per l’argentino, ricordato però per l’epilogo della finale di Champions a Istanbul nel 2005. Crespo segnò 17 gol con la maglia del Milan, compresa la doppietta contro il Liverpool che non bastò ad alzare la coppa. "Ci ho messo più di un anno prima di rivedere la partita", il suo racconto alla Gazzetta. "Lì, non giriamoci troppo attorno, c’è stata la svolta della mia carriera. Se avessimo vinto, sarei rimasto al Milan, mi avrebbero confermato e magari avrei vinto tanti altri trofei con il mio maestro Ancelotti in panchina. Invece non accadde. Perdemmo, io ero in prestito e cambiai strada". Alla fine di quella stagione, il rientro al Chelsea.

 

Esperienza non indimenticabile per il centrocampista, dopo i tanti successi con la maglia dei Blues. Il Milan si affida alla sua esperienza nel gennaio 2014, ma Essien non incide a Milano. Colleziona 22 presenze, poi viene ceduto ai greci del Panathinaikos.

L’olandese viene scelto dal Milan nell’estate 2014 per dare una mano al centrocampo di Pippo Inzaghi: "Ricordo ancora il primo incontro, fu esilarante perché mi parlò in italiano e io dopo un po’ dovetti fermarlo perché non stavo capendo nulla. Ridemmo molto". Arrivato in prestito oneroso per un milione di euro, colleziona in rossonero 18 partite, un gol e 3 assist. Dopo un anno, il rientro a Londra.

 

Più di qualche aspettativa e tante prospettive di nuovi inizi per l’arrivo del "Nino" al Milan, nell’agosto 2014. In 4 mesi, lo spagnolo non lascia però il segno e racimola solo 10 presenze e un gol al Castellani, contro l’Empoli, con un bel colpo di testa su cross di Abate. A gennaio 2015, il ritorno all’Atletico in uno scambio con Cerci. Curiosità: proprio pochi mesi fa si è rivisto a Milano per affrontare la Primavera di Abate in Youth League con i ragazzi dell’Atletico Madrid (vittoria rossonera 2-0).

 

Operazione quasi fotocopia di quella fatta con Van Ginkel. Nell’estate 2016, il Diavolo porta a Milano Mario Pasalic per un anno, con la formula del prestito oneroso. Il croato segna 5 gol e vince la Supercoppa Italiana, ma manca il guizzo giusto per convincere all’investimento. A fine annata rientra a Londra e poi va in Russia, allo Spartak Mosca.

 

La sua vicenda ha accompagnato in modi diversi le ultime sessioni di mercato rossonere. Il Milan lo prende una prima volta in prestito nell’estate 2018: la stagione con Gattuso non è male, ma le richieste del Chelsea per il riscatto non permettono al Diavolo di concludere l’acquisto e a fine stagione torna a Londra. Dopo altre due parentesi al Monaco e al Napoli, i Blues trovano l’accordo con il Milan per un prestito biennale nell’estate 2021. La seconda avventura è un grande flop, con 21 presenze e tante prestazioni inconsistenti.

 

Non molto tempo fa, era stato chiaro: "Da quando sono arrivato Ibra mi ripete solo una parola: vincere". Tomori approda a Milanello in prestito con diritto di riscatto nel gennaio 2021 e in pochi mesi convince il Milan a puntare su di lui. I rossoneri se lo assicurano versando 28 milioni nelle casse del Chelsea e il difensore inglese diventa uno dei pilastri dello scudetto.

 

Forse proprio la chiacchierata con Tomori ha dato la svolta a un altro arrivo da Londra, con l’all in su Olivier Giroud. "Mi ha chiesto com’era la situazione al Milan e io ho risposto che sarebbe stato fantastico averlo con noi, perché ci avrebbe aiutato a vincere". Per l’attaccante, il club ha riconosciuto un indennizzo di un milione di euro al Chelsea nell’estate 2021. Il francese ha ripagato con gol decisivi per lo scudetto, come la doppietta nel derby con l’Inter, e quest’anno ha toccato quota 24 gol stagionali tra Milan e nazionale. Mai così tanti dai tempi dell’Arsenal (2015-16).

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